“Funaro? Mai usate frasi sessiste. Così voglio valorizzare Firenze e il suo turismo”, dichiara Schmidt

Eike Schmidt, candidato del centrodestra per le comunali di Firenze, ha parlato ai microfoni di "Firenze e dintorni" di Radio Bruno. Ecco le sue parole: 

Guardie giurate sui tram, cosa ne pensa? "È stato sorprendente sentire Nardella parlare di guardie giurate, considerando che quando l'ho fatto io agli Uffizi, mi ha fortemente criticato. Adesso, però, è tornato sui suoi passi. Nella gestione della sicurezza da parte di Nardella si percepisce un grande caos e zero organizzazione".

Per le periferie e non solo, come si rivaluta il territorio fiorentino? "Se basiamo le dichiarazioni del PD su ciò che è stato fatto in questi ultimi 10 anni, siamo davvero lontani. Bisogna capire come rendere Firenze una città attraente per i giovani. Bisogna favorire l'affitto a lungo termine, ma anche le offerte sul mercato turistico. Inutile concentrarsi su un solo quartiere, bisogna pensare a tutta la città. Bisogna rendere anche la periferia parte integrante del centro. Serve una città policentrica. I nostri sobborghi hanno una grande storia, addirittura millenaria. Per questo possiamo valorizzarli sia dal punto di vista manifatturiero che turistico".

"Portaborse di Nardella", ripeterebbe queste parole parlando di Sara Funaro? "Ho solo detto che Nardella si è fatto portare la borsa dalla Funaro, non mi sembra una frase sessista. Quello che volevo specificare è che la Funaro fa parte del potere del PD, un partito dove viene premiato chi lavora per questo potere. Anche De Luca, governatore della Campania, ha definito il PD un sistema di privilegi. Lui stesso fa parte di questo sistema, ma ci sono vari esempi. Questa è una caratteristica della politica, ma a me interessa solo Firenze e questi aspetti si notano particolarmente".

Vuole fare un'incursione tra i lettori del centrosinistra attraverso la sua lista? "Si immagina una sua squadra in caso di vittoria? Abbiamo costruito una bella squadra per queste elezioni. Sabato 11 maggio presenteremo la nostra lista civica. All'interno ci saranno ex membri del PD come Bambagioni e Sibilla, che stanno lavorando a un bel progetto civico. Poi ci saranno professionisti che hanno contribuito al bene di Firenze, senza mai interessarsi alla politica".

Ci sono differenze tra i quartieri o i problemi sono comuni a tutte le parti di Firenze? "La delinquenza è un problema che riguarda tutti, con il Parco delle Cascine come principale luogo colpito da questo problema. Poi ci sono l'Isolotto, Santa Maria Novella e altri luoghi. Ci sono anche problemi specifici come Brozzi, Quaracchi e Peretola con il tema dell'aeroporto. Il problema della chiusura dei negozi lungo i tratti della tramvia è un altro tema importante. Ma il tema comune è la crescita della delinquenza. Questo è il problema più grande. Poi c'è l'overtourism, con zone di Firenze che non vengono valorizzate. Qui sì che possiamo lavorare per gestire meglio il turismo".

Il ticket a Venezia? "Rifarlo a Firenze sarebbe molto complicato. Per adesso è solo una prova che però non è andata bene. A Venezia è facile controllare chi entra e chi esce, a Firenze invece no. Certo, se il controllo è a macchia di leopardo o campione poco serve questa analisi. Ma a Venezia tutti parcheggiano nello stesso posto e quindi è molto più facile controllare il numero di persone rispetto a Firenze".

Affitti brevi e turismo? "Fino a poco fa, il turista passava più di 3 giorni a Firenze in media, ora invece 2. Per gli affitti brevi si va verso le 3-4 notti. Non serve una guerra, ma bisogna motivare i turisti a rimanere il più possibile. Serve una tassa di soggiorno inversa in base a quanto si rimane. Il primo giorno costa di più e poi il costo diminuisce in base ai giorni di permanenza".

Conta il programma o il candidato? "Una via di mezzo. Si può avere un bellissimo programma, ma se poi non riesci a fare ciò che prometti, allora serve a poco. Io mi sono impegnato a realizzare ciò che ho annunciato quando ero direttore degli Uffizi. Noi abbiamo dimostrato che quello che diciamo, lo facciamo anche".

Quando ho deciso di candidarmi? "L'estate scorsa i cittadini mi hanno chiesto di candidarmi. Poi alcuni giornali hanno fatto il mio nome. Da gennaio ho riflettuto su cosa fare e non fare. Dopo aver convinto mia moglie (ride), ho deciso di candidarmi. Diciamo che ho preso la decisione tra gennaio e febbraio. Il parere degli amici e dei cittadini che ho incontrato è stato davvero importante. Così abbiamo ideato un programma ben preciso per il bene di Firenze".

Le sue giornate sono più frenetiche? "Lo sono sempre state, anche quando ero direttore degli Uffizi. Non è cambiato nulla, la mia quotidianità non è cambiata per nulla".

Come sono i fiorentini? "Sono i migliori del mondo. I napoletani hanno altre qualità e poi hanno inventato la pizza (ride). Io ho sempre amato Firenze e l'Italia. Sono venuto qui per la prima volta a 14 anni. Ho studiato la lingua e l'arte italiana. Sono stato a Bologna a studiare, ma ho sempre visitato Firenze".

Mondiale del '82? "Non tifavo per la Germania. I tedeschi preferiscono dimenticare la propria patria".

La sua passione per il calcio? "Sostenevo la squadra del mio paese, il Friburgo. Ma ammetto di essere più preparato sull'arte che sul calcio (ride)".

Il mio rapporto con i fiorentini? "La gente mi ferma spesso per un selfie o per stringermi la mano, ma soprattutto per parlare dei problemi della città. Infatti porto con me un piccolo libro dove prendo appunti".

Sull'alluvione che ha colpito Campi e Prato? "Il rimpallo delle responsabilità è una delle cose peggiori che si possono fare in politica. Anche in Emilia Romagna ci sono ancora famiglie che si trovano in situazioni temporanee in attesa di una sistemazione. Per non parlare dei terremoti di 15 anni fa. Ognuno deve agire dove può senza aspettare qualcun altro. Vi racconto un aneddoto. Quando divenni presidente degli Uffizi c'era una buca in Piazza Pitti e il Comune parlava di sovrintendenza, mentre la sovrintendenza dava la responsabilità a noi. Io ero disposto a ripararla, ma chiesi alla sovrintendenza di firmare un foglio che attestasse la responsabilità di Piazza Pitti a me. E così fu".

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