Umberto Panerai nella sua vita è stato tante cose, lo ricordiamo come grandissimo portiere della Rari Nantes Florentia e come preparatore di Luna Rossa: ora è negli Stati Uniti, in California.
“Andato in pensione da Prada” racconta “mi si sono aperte nuove prospettive. Durante il covid ho fatto dei video con l’intento di aiutare gli allenatori nell’ambito della preparazione del portiere, perché tantissimi allenatori nella pallanuoto hanno avuto ruoli di campo e non hanno conoscenze su impostazione, tecnica e preparazione del portiere.
Questi video sono finiti in mano a un’importantissima accademia di Long Beach con succursali in Sudafrica e Canada, la Azevedo Academy fondata da Ricardo Azavedo: questa accademia si è allargata creandone una nuova che si chiama 6-8 sports Academy gestita da suo figlio, che ha all’attivo cinque partecipazioni alle Olimpiadi, e da Maggie Steffen anche lei con un curriculum sportivo di tutto rispetto”.
La sua esperienza negli Stati Uniti è iniziata tre anni fa, e da due settimane iniziali siamo arrivate a due mesi: “Quest’anno sono stato invitato ad un evento in America da Adam Wright, allenatore della squadra olimpica, perché avevo allenato una ragazza, Laureen Steele, che a vent’anni è già nel giro della nazionale maggiore
Da lì tante cose sono venute fuori, tra cui andare in Sudafrica ad allenare un ragazzo che avevo già allenato in California” ha raccontato Panerai.
Un uomo che non si stanca mai, insomma, un grande portiere che si è costruito nel corso degli anni: “Sono stato un buon portiere ma fondamentalmente mi sono costruito, avessi fatto altri sport su terra forse sarei stato anche più efficace per il peso e la muscolatura che ho: mi sono ingegnato per tirare fuori il meglio dal mio fisico, cosa che mi da un grande vantaggio nell’insegnamento, perché ho dovuto studiare molto posizione di gambe e piedi, e questo mi dà modo di correggere gli errori”.
Un grande atleta che ha girato il mondo ma che non ha mai dimenticato la sua città, Firenze: “In me c’è tanto di fiorentino, a prescindere dall’appartenenza dei quartieri io mi sento ancora molto legato al colore verde del calcio fiorentino e attualmente forse è il legame più forte con la mia città, anche se purtroppo non ho avuto il piacere di difendere il colore sul sabbione: nel ’78 decisi di dedicarmi al calcio storico, anche se l’allenatore della nazionale mi disse che mi avrebbe messo fuori rosa.
Non sono riuscito a giocare con i verdi perché il presidente della Florentia parlò con quello dei Verdi e gli disse di non farmi giocare, la stagione era ancora in corso”.
Su Luna Rossa: “La settimana scorsa ero a Barcellona, sono andato a salutare Max Sirena e Checco Bruni, mi sento ancora parte della famiglia, tanto che mia figlia si è sposata con uno del team di Luna Rossa, e spero vivamente che Luna Rossa vinca la Coppa America, sarebbe realizzare il sogno di una persona, cioè Patrizzo Bertelli. Ma non solo, si parla di qualcosa che dà lustro a tutta la Nazione e tutti gli italiani, anche perché costruire un team non è facile, soprattutto nei momenti di difficoltà” conclude.
“Andato in pensione da Prada” racconta “mi si sono aperte nuove prospettive. Durante il covid ho fatto dei video con l’intento di aiutare gli allenatori nell’ambito della preparazione del portiere, perché tantissimi allenatori nella pallanuoto hanno avuto ruoli di campo e non hanno conoscenze su impostazione, tecnica e preparazione del portiere.
Questi video sono finiti in mano a un’importantissima accademia di Long Beach con succursali in Sudafrica e Canada, la Azevedo Academy fondata da Ricardo Azavedo: questa accademia si è allargata creandone una nuova che si chiama 6-8 sports Academy gestita da suo figlio, che ha all’attivo cinque partecipazioni alle Olimpiadi, e da Maggie Steffen anche lei con un curriculum sportivo di tutto rispetto”.
La sua esperienza negli Stati Uniti è iniziata tre anni fa, e da due settimane iniziali siamo arrivate a due mesi: “Quest’anno sono stato invitato ad un evento in America da Adam Wright, allenatore della squadra olimpica, perché avevo allenato una ragazza, Laureen Steele, che a vent’anni è già nel giro della nazionale maggiore
Da lì tante cose sono venute fuori, tra cui andare in Sudafrica ad allenare un ragazzo che avevo già allenato in California” ha raccontato Panerai.
Un uomo che non si stanca mai, insomma, un grande portiere che si è costruito nel corso degli anni: “Sono stato un buon portiere ma fondamentalmente mi sono costruito, avessi fatto altri sport su terra forse sarei stato anche più efficace per il peso e la muscolatura che ho: mi sono ingegnato per tirare fuori il meglio dal mio fisico, cosa che mi da un grande vantaggio nell’insegnamento, perché ho dovuto studiare molto posizione di gambe e piedi, e questo mi dà modo di correggere gli errori”.
Un grande atleta che ha girato il mondo ma che non ha mai dimenticato la sua città, Firenze: “In me c’è tanto di fiorentino, a prescindere dall’appartenenza dei quartieri io mi sento ancora molto legato al colore verde del calcio fiorentino e attualmente forse è il legame più forte con la mia città, anche se purtroppo non ho avuto il piacere di difendere il colore sul sabbione: nel ’78 decisi di dedicarmi al calcio storico, anche se l’allenatore della nazionale mi disse che mi avrebbe messo fuori rosa.
Non sono riuscito a giocare con i verdi perché il presidente della Florentia parlò con quello dei Verdi e gli disse di non farmi giocare, la stagione era ancora in corso”.
Su Luna Rossa: “La settimana scorsa ero a Barcellona, sono andato a salutare Max Sirena e Checco Bruni, mi sento ancora parte della famiglia, tanto che mia figlia si è sposata con uno del team di Luna Rossa, e spero vivamente che Luna Rossa vinca la Coppa America, sarebbe realizzare il sogno di una persona, cioè Patrizzo Bertelli. Ma non solo, si parla di qualcosa che dà lustro a tutta la Nazione e tutti gli italiani, anche perché costruire un team non è facile, soprattutto nei momenti di difficoltà” conclude.
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