La bussola del risparmiatore fiorentino
L’analisi dell’esperto per capire come si muovono i mercati
L'impressionante rialzo dell'indice S&P 500, che nelle ultime 25 sedute ha registrato un guadagno superiore al 18%, non rappresenta semplicemente una ripresa tecnica dei mercati americani. Al contrario, questo movimento riflette una significativa svolta geopolitica e commerciale tra Stati Uniti e Cina, con implicazioni rilevanti per l'intera economia globale.Il recente allentamento delle tensioni commerciali, culminato nella temporanea sospensione dei dazi americani e cinesi per un periodo di 90 giorni, segna una chiara inversione rispetto alla politica aggressiva finora perseguita dagli USA, ma di questo ne ho già parlato spesso.Opportuno ribadire che, questo cambiamento di direzione, sottolinea una crescente consapevolezza delle interconnessioni globali e della fragilità degli equilibri economici internazionali.Ma torniamo a Wall Street!Storicamente, rally superiori al 18% in sole 25 sedute, hanno sempre anticipato fasi di crescita prolungata: negli ultimi cinque casi dal 1970, infatti, l'S&P 500 ha mediamente guadagnato oltre il 30% entro un anno, vale a dire nei successivi 250 giorni di trading, con punte superiori al 40%.Interpretare l'attuale situazione soltanto alla luce dei precedenti storici potrebbe essere fuorviante. L'attuale rally non è solo la conseguenza di fattori tecnici o ciclici, bensì riflette una più profonda ridefinizione delle dinamiche commerciali internazionali.La decisione statunitense di moderare l'approccio tariffario, dimostra come anche le economie più solide e assertive siano vulnerabili alle conseguenze negative della guerra commerciale: inflazione importata, perturbazioni delle catene logistiche globali e rallentamenti della crescita economica. Gli investitori internazionali hanno accolto con favore questa distensione, scommettendo sulla resilienza dell'economia globale e sulla capacità delle istituzioni finanziarie di adattarsi rapidamente ai cambiamenti politici.Questo scenario apre interessanti prospettive anche per le economie emergenti e per il commercio internazionale. Una maggiore prevedibilità nelle relazioni commerciali USA-Cina favorisce, infatti, il ripristino di una certa stabilità nelle catene di approvvigionamento, da tempo perturbate dalle incertezze tariffarie. Settori strategici come tecnologia, le rinnovabili, la manifattura avanzata e logistica globale potrebbero beneficiare enormemente di questa nuova fase di distensione.Questo mio quadro positivo per Wall Street va necessariamente inserito in un contesto di pianificazione finanziaria, distinguendo nettamente i tempi dell'investimento da quelli del trading speculativo. E ricordiamoci che "quella persona" è ancora alla Casa Bianca, e per quanto i suoi consensi siano in caduta libera, in quel palazzo dovrebbe restarci per altri tre anni e mezzo: meglio non affidarsi unicamente alle giravolte geopolitiche, soprattutto se guidate da chi, diciamolo, non è esattamente famoso per la prevedibilità e la coerenza delle sue scelte!