"Sono orgoglioso di aver fatto la mia piccola parte nella scrittura di un capitolo del grande libro della storia della Fiorentina”

Per la prima volta in Curva Fiesole ad appena due anni, il sangue viola che scorre nelle vene, sotto il suo mandato da sindaco la progettazione e l’inaugurazione del Viola Park, la nuova casa della Fiorentina ed uno dei centri sportivi più grandi e all’avanguardia in Europa. Per Francesco Casini, primo cittadino di Bagno a Ripoli, il nuovo centro sportivo viola è motivo di soddisfazione e orgoglio, sia come amministratore pubblico, che come tifoso da sempre della squadra gigliata. Abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata in esclusiva con lui proprio su questo tema:

“Il Viola Park è l'emblema di come l’amministrazione comunale abbia puntato sulla capacità di trasformare Bagno a Ripoli in un territorio d'opportunità. Opportunità di creare le condizioni per portare avanti davvero e con concretezza progetti di sviluppo sostenibile per il territorio, perché il Viola Park rappresenta sicuramente un grande progetto di architettura, un esempio vero di un'Italia che funziona, esempio vero di un rapporto positivo tra pubblico e privato. Ma anche sicuramente un bellissimo esempio di sviluppo sostenibile. Basta avvicinarsi verso Bagno a Ripoli, specialmente in questo periodo, e si vede la bellezza anche del tanto verde che caratterizza il Viola Park.”

I lavori però hanno trovato diversi ostacoli sul loro cammino…

“C’è voluto tanto impegno. In Italia non è semplice fare le cose, però il Viola Park è l’esempio che dimostra che con impegno le cose si possono fare. Qual è stato il segreto del successo? Sicuramente la capacità di condivisione con tutto il gruppo che ha lavorato a questo progetto, la convinzione politica di fare qualcosa di straordinario per il territorio ma anche garantire all'imprenditore, nel caso specifico alla Fiorentina, un investimento unico che può rappresentare nel territorio un fiore all'occhiello per il club, perché è il biglietto da visita di Bagno a Ripoli, di Firenze e della Fiorentina nel mondo.”

Peraltro, si tratta di un progetto che ha riqualificato brillantemente un’area davvero vasta

“Sì, e che sta creando anche un indotto importante per le aziende del territorio. I ristoranti che vi sono attorno hanno più volte avuto la possibilità di ospitare piccoli o grandi eventi di tifosi, di visitatori anche provenienti dall'estero, che spesso vengono a visitare il Viola Park. Dall'altra parte, c'è stata un’ulteriore opportunità. Dove oggi sorge il Viola Park c’erano sostanzialmente due proprietà. Una parte di queste era oggetto di un fallimento più che decennale con una villa abbandonata occupata da abusivi dove si era creato un luogo di illegalità, una discarica abusiva dove, negli anni, erano stati gettati rifiuti di ogni tipo, anche tossici e nocivi per la salute. E oggi si è trasformato in questo bellissimo e straordinario progetto, simbolo di un'architettura volta anche alla sostenibilità.”

E l’altra parte?

“Erano terreni agricoli su cui da tempo non venivano però fatti investimenti. Oggi invece basta sporgersi dalle colline sopra il Viola Park per accorgersi del tanto verde che lo caratterizza. C’è poi un altro aspetto che vorrei sottolineare.”

Prego

“Non bisogna dimenticare la grande attenzione anche ad altri aspetti di sostenibilità come, ad esempio, la regimazione e la raccolta delle acque piovane che oggi hanno permesso, grazie anche alla creazione del laghetto che è poi un bacino, di non disperdere le acque piovane e disporre di un sistema ulteriore di irrigazione. Questa raccolta unita al deflusso corretto delle acque da Bagno a Ripoli verso il fiume Arno, che fino alla creazione del Viola Park risultava interrotta dalla strada provinciale e dall’ urbanizzazione degli anni 80, aveva più volte causato dei piccoli allagamenti nella zona di Bagno a Ripoli. Oggi, grazie a questo progetto, si sono dunque anche risolti questi problemi di natura idraulica. E ci dimostra che il consumo di suolo non è dannoso a prescindere. Lo è quando è fatto male. L’uso del suolo deve essere certamente contenuto ma se è fatto bene, come in questo caso, può dare anche soluzioni a problemi e criticità che si erano invece creati in passato.

Sindaco, vado sull’aspetto personale. Lei è sempre stato un ragazzo della Fiesole, giusto?

“Sono stato la prima volta al Franchi quando avevo due anni. Mio zio mi portava di nascosto e all’insaputa di mia madre allo stadio. E poi da lì ho avuto il primo abbonamento quando avevo poco più di dieci anni, parliamo del primo anno di Mario Cecchi Gori. Quindi correvano gli anni ‘90. Ho visto l'esordio di Batistuta, che allora era un poco più di un ragazzo con i capelli lunghi. Poi, intorno ai 14 anni, mi hanno attirato l’immagine della Fiesole e del tifo organizzato e con gli amici della prima superiore ho fatto il primo abbonamento in Fiesole. C’era ancora Cecchi Gori, con Vittorio presidente, e quindi il periodo della Fiorentina di Claudio Ranieri, vincitrice della Coppa Italia. Poi Trapattoni, Malesani e così via.”

E poi?

“Più recentemente, nel clou dell’era Della Valle, con un gruppo di amici per un paio d’anni, facemmo l’abbonamento in parterre di maratona, e ci spostavamo in base a dove attaccava la Fiorentina, dato che non c’era ancora una stringente obbligatorietà del posto a sedere. Ricordo come fosse stata ieri la semifinale di Europa League contro i Rangers con il rigore sbagliato da Bobo Vieri, episodio che gli ho ricordato anche in occasione di una cena al Viola Park in cui c’era anche lui (ride, ndr). Cosa mi ha risposto? Che durante il tiro si era sentito come uno “strappo al quadricipite” e mi ha raccontato anche della reazione di Santana che lo ha preso molto in giro per quell’errore. Comunque, a parte questa parentesi, in maratona da dopo il fallimento mi sono avvicinato e fatto parte a un altro gruppo amici, gli Aficionados e i ragazzi del Viola Club Il Porcellino. E lì stavo con Marcello Valeri e tutti gli altri, che da sempre erano e sono posizionati nel parterre di Curva Fiesole. Forse il posto da dove si vede peggio la partita ma è sempre stata grande festa insieme, ed è lì che i giocatori vengono “sotto” ad esultare. Devo dire che insieme abbiamo visto grandi partite, inclusa anche la vittoria ad Anfield contro il Liverpool”

E cosa ha significato per lei, dunque, essere diventato il sindaco sotto il cui mandato è stata costruita la nuova casa della Fiorentina?

“Io ho agito soltanto per il bene del territorio, nel mio ruolo da sindaco, da amministratore, che viene prima di tutto, ma non nascondo che il sogno di avere la Fiorentina sul territorio era un mio pallino fisso e forse anche vedere il Viola Park là dove è adesso è anche il segno del fatto che a volte le cose vanno immaginate, sognate e possono anche realizzarsi. Però è una grande soddisfazione. La soddisfazione nel mio piccolo è di non aver potuto aiutare la Fiorentina facendo il calciatore ma di averlo fatto come amministratore mettendoci forse anche un po’ di cuore in più, perché il sangue viola che mi scorre nelle vene. Sono orgoglioso di aver fatto la mia piccola parte nella scrittura di un capitolo del grande libro della storia della Fiorentina

E nel paese delle lungaggini burocratiche avete realizzato un progetto straordinario in tempi da record. È motivo d’orgoglio?

“In Italia, se si vuole, le cose si possono fare. Si possono fare bene, veloci, in modo corretto, trasparente. Questo anche grazie alla possibilità di una proprietà come quella del Presidente Commisso, molto determinata e ambiziosa. Abbiamo trovato sulla nostra strada un architetto come Casamonti, poi un ottimo costruttore che ha saputo ordinare tutte le maestranze in maniera esemplare e poi c’è il contributo di una pubblica amministrazione che ha fatto il suo compito di interesse pubblico ed è risultata efficiente nella risposta ad una sfida dell'investimento privato sul territorio dalle importanti ricadute ma dalla complessità molto elevata. Quindi questo dimostra che in Italia e a Firenze le cose le possiamo realizzare. L'importante è volerlo e avere le idee chiare.”

E stiamo parlando di un progetto che, dall’inizio alla fine, è stato seguito anche dal compianto Joe Barone…

“Joe è stato il motore di tutto perché era il vero braccio operativo di Rocco Commisso in tutti questi anni che lo ha accompagnato nell'avventura fiorentina. Non lo nascondo, manca moltissimo. Tutte le volte che entro nel Viola Park provo sempre una sensazione particolare. E così al Franchi. Ma di lui resta comunque un ricordo vivo. In questi cinque anni è nata anche una bella amicizia perché comunque ci sentivamo tutti i giorni e dall'altra, il suo è anche un ottimo esempio di determinazione: se si crede ai sogni e si seguono le ambizioni si possono raggiungere i traguardi”


Tornando al Viola Park, a giugno partirà da lì il Tour de France, che opportunità è per il territorio?

“È una grande vetrina per Firenze, per la città metropolitana e naturalmente, oltre al giro d'onore, che viene realizzato in partenza da Firenze, è una grande opportunità per il nostro territorio dato che il chilometro 0 è fissato proprio al Viola Park. Questo è un motivo d’orgoglio. Nel corso degli anni Bagno a Ripoli ha ospitato tappe del Giro d’Italia e del Giro d’Italia donne. La partenza del Tour, un evento straordinario, da qui rappresenta un grande onore”

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