A pochi giorni dalla dismissione dei cantieri in piazza della Libertà, le nuove sedute monolitiche hanno già scatenato un’ondata di critiche da parte di cittadini, esperti e passanti occasionali. I grossi blocchi di cemento, posizionati in modo asimmetrico nella nuova area pedonale, si sono guadagnati soprannomi poco lusinghieri, tra cui “le tombe della piazza”.
"Sembrano lastre tombali abbandonate in un cimitero", dice Marco, un passante fiorentino che lavora nei paraggi. "È difficile immaginare un posto meno accogliente per sedersi e rilassarsi. E d’estate? Ci cuoceremo sopra come bistecche".
Il giudizio estetico è spietato: le sedute sono descritte come fredde, respingenti e completamente fuori contesto rispetto al carattere storico della piazza, dominata dalla suggestiva Porta San Gallo e dai viali ottocenteschi del Poggi. Anche sui social le critiche si sono moltiplicate. "Un cimitero urbano nel cuore di Firenze", scrive un utente su Facebook.
Ma oltre al fattore estetico, c’è quello funzionale. Questi blocchi di cemento si preannunciano come veri e propri “forni” durante i mesi estivi, quando le temperature a Firenze spesso superano i 35 gradi. Sedersi su superfici che accumulano e rilasciano calore sarà praticamente impossibile. Già in passato, la città ha visto fallire tentativi simili: le panchine di piazza Beccaria, roventi e inutilizzabili d’estate, sono ormai un monito sulle scelte urbanistiche poco attente al clima.
Franco Cardini, storico e fiorentino doc, ha definito queste installazioni un esempio lampante di “vuoto intellettuale”. "Nessuno osa più sperimentare. Ci si rifugia in uno stile che richiama la linearità assoluta del primo Novecento, ma senza comprenderne lo spirito".
Dal Comune, l’assessora all’urbanistica Caterina Biti ha promesso interventi correttivi. "Siamo consapevoli che le sedute sono poco accoglienti. Lavoreremo per mitigare l’impatto con arredi e verde", ha dichiarato. Ma le promesse non sembrano convincere i cittadini, che avrebbero preferito soluzioni più tradizionali, magari in legno o pietra serena, più in sintonia con l’anima della città.
In attesa di queste migliorie, la sensazione prevalente è che l’occasione di rendere piazza della Libertà un luogo davvero accogliente e innovativo sia stata colpevolmente sprecata.
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