Benvenuti nel cuore del centro storico, dove ogni angolo può diventare un bar di fortuna — basta una birra calda, un cartello scritto con lo stesso impegno di un tema delle medie, e il gioco è fatto.
Nella foto (purtroppo vera), vediamo uno di questi "angoli della socialità" nascere in via del tutto spontanea, probabilmente a due passi da Sant’Ambrogio o Santa Croce. Una cabina elettrica si è trasformata in tavolino da happy hour, completo di bicicletta parcheggiata male e lattina dimenticata. Il tutto incorniciato da una bella colata di vernice nera che grida “decoro urbano” quanto una vuvuzela grida “silenzio”.
La zona di Sant’Ambrogio, un tempo ritrovo bohémien tra mercatino e trattorie, oggi è spesso teatro di sporcizia diffusa, bottiglie abbandonate, graffiti scoloriti e angoli “creativi” come quello immortalato qui sopra. A pochi passi, Santa Croce, simbolo di storia e spiritualità, si ritrova circondata da bidoni traboccanti, angoli maleodoranti e marciapiedi che sembrano più un campo minato che un percorso pedonale.
Il problema non è la mancanza di senso dell’umorismo – quello a Firenze, per fortuna, abbonda. Il problema è che questa ironia non basta a nascondere il degrado. Le immagini come questa sono il sintomo visibile di una gestione distratta dello spazio pubblico, dove il confine tra “genialata goliardica” e incuria è sempre più sottile.
Possibile che nel 2025 il centro di una delle città più visitate al mondo venga lasciato così allo sbando? Possibile che il massimo del controllo urbano consista nel raccogliere le bottiglie il lunedì mattina, fingendo che nel weekend non sia successo nulla?
Serve più cura. Serve più controllo. Serve che il centro non diventi un enorme cortile condominiale abbandonato alla buona volontà dei residenti (pochi), dei turisti (tanti) e degli aperitivisti da marciapiede (troppi).
Firenze merita di meglio. Anche — e soprattutto — quando si beve una birra.
Nella foto (purtroppo vera), vediamo uno di questi "angoli della socialità" nascere in via del tutto spontanea, probabilmente a due passi da Sant’Ambrogio o Santa Croce. Una cabina elettrica si è trasformata in tavolino da happy hour, completo di bicicletta parcheggiata male e lattina dimenticata. Il tutto incorniciato da una bella colata di vernice nera che grida “decoro urbano” quanto una vuvuzela grida “silenzio”.
La zona di Sant’Ambrogio, un tempo ritrovo bohémien tra mercatino e trattorie, oggi è spesso teatro di sporcizia diffusa, bottiglie abbandonate, graffiti scoloriti e angoli “creativi” come quello immortalato qui sopra. A pochi passi, Santa Croce, simbolo di storia e spiritualità, si ritrova circondata da bidoni traboccanti, angoli maleodoranti e marciapiedi che sembrano più un campo minato che un percorso pedonale.
Il problema non è la mancanza di senso dell’umorismo – quello a Firenze, per fortuna, abbonda. Il problema è che questa ironia non basta a nascondere il degrado. Le immagini come questa sono il sintomo visibile di una gestione distratta dello spazio pubblico, dove il confine tra “genialata goliardica” e incuria è sempre più sottile.
Possibile che nel 2025 il centro di una delle città più visitate al mondo venga lasciato così allo sbando? Possibile che il massimo del controllo urbano consista nel raccogliere le bottiglie il lunedì mattina, fingendo che nel weekend non sia successo nulla?
Serve più cura. Serve più controllo. Serve che il centro non diventi un enorme cortile condominiale abbandonato alla buona volontà dei residenti (pochi), dei turisti (tanti) e degli aperitivisti da marciapiede (troppi).
Firenze merita di meglio. Anche — e soprattutto — quando si beve una birra.
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