Arrivano i giorni del voto in Toscana e dopo due disfatte il Campo Largo deve dare un primo segnale di vita per evitare di morire in culla...

E venne la settimana del voto. Due giorni (domenica e lunedì) in cui i toscani (si spera numerosi) si recheranno alle urne per scegliere il proprio governatore tra l'uscente e molto probabilmente rientrante Eugenio Giani (campo largo...qualsiasi cosa sia...) e lo sfidante Alessandro Tomasi, Sindaco di Pistoia e rappresentante del solito centrodestra unito. Ora, è inutile girarci tanto attorno: l'esito è sostanzialmente scontato anche se chissà, prima o poi, quando da quelle parti decideranno di provarci sul serio, il (forte) vento di destra che spira in tutto il mondo e in tutta Italia scavallerà anche l'Appennino. Di sicuro, al contrario di quanto successo l'ultima volta (ci perdonerà) con Susanna Ceccardi, questa rischia di essere la più clamorosa delle occasioni e soprattutto il più serio dei candidati sprecati. Perché Tomasi è bravo, e ha/avrebbe tutte le caratteristiche per provare a raccogliere tanto di quel voto “moderato” che ha ovviamente paura dei vari Vannacci, Salvini, Lollobrigida e compagnia...

Detto quindi di un risultato teoricamente scritto, va comunque sottolineato come per Eugenio Giani la situazione sia meno florida e serena di quanto si possa pensare. Il motivo sta in quanto successo nelle ultime due settimane tra Marche e Calabria: due sconfitte prevedibili per il centrosinistra, è vero, ma in pochi potevano ipotizzare disfatte simili: la prima con -8% circa, la seconda addirittura con quasi 18 punti di scarto. Due disastri. Nè più, né meno. Per questo, per rendere minimamente credibile la prevedibile narrazione di chi dirà che erano regioni incontendibili e che adesso “tocca a noi”, il buon Giani non è costretto a vincere, ma a stravincere. Se invece dovesse imporsi con percentuali minori rispetto a cinque anni fa, o se addirittura Tomasi arrivasse a complicargli la vita, allora sarebbe dura esultare.

Per non parlare del “giorno dopo”. Di quando dovrà governare con chi ha già minacciato di andarsene e con i quali, si sa, esiste un disaccordo profondo su buona parte delle questioni centrali (vedi aeroporto) che andranno affrontate nei prossimi anni. Quello però, sarà/sarebbe un problema successivo. Prima il voto, sperando che questa regione dia ancora una lezione di civiltà recandosi in massa alle urne e aspettando di capire quali saranno le proporzioni di un esito teoricamente già scritto.  

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