Tra partenze, ritardi e attese infinite, la stazione continua a scorrere come un fiume, senza mai fermarsi davvero

Alle prime luci del mattino, la stazione di Santa Maria Novella si risveglia con il rumore metallico dei treni e il brusio dei pendolari. Sono le 6.30 e già centinaia di persone si accalcano sotto il tabellone delle partenze. Tra annunci di ritardi e binari cambiati all’ultimo minuto, c’è chi corre con il caffè in mano, chi trascina trolley sfiancati, chi si appoggia ai muri in attesa di un regionale che non arriva. «Ogni giorno è la stessa storia, treni in ritardo e carrozze sporche», commenta Giulia, 28 anni, che da Empoli viene a lavorare a Firenze. Le scale e i corridoi portano ancora i segni di una notte lunga: cartacce, bottiglie, qualche giaciglio improvvisato.

Verso mezzogiorno, il caos si placa solo in apparenza. La folla cambia volto: turisti, studenti, lavoratori in pausa pranzo. Fuori, in piazza della Stazione, i tassisti discutono animatamente con i clienti, mentre gli autobus affollano la corsia riservata. «È un continuo via vai, ma la situazione dell’igiene è peggiorata», spiega Marco, titolare di un’edicola. «La mattina raccolgo bicchieri e rifiuti davanti alla mia vetrina. L’estate è stata un disastro». Dentro la stazione, i bagni pubblici sono spesso fuori uso o intasati, i binari mostrano residui di sporcizia e i cestini traboccano. Non mancano gli agenti di polizia ferroviaria, ma la sensazione generale è di un controllo insufficiente rispetto al flusso di migliaia di persone che ogni giorno attraversano il cuore della città.

Quando cala la sera, la stazione cambia ancora volto. I pendolari lasciano spazio ai senzatetto, ai venditori abusivi e ai piccoli gruppi che si muovono tra le ombre. In piazza, il traffico si mescola al vociare confuso di chi bivacca davanti alle scale o nei pressi dei giardini. «Dopo le dieci evitiamo di passare da qui — racconta Lucia, residente in via Fiume —, c’è chi beve, chi litiga, chi spaccia. Ogni settimana sentiamo sirene o vediamo risse». Nelle ore notturne, non è raro assistere a interventi di polizia o a tensioni tra gruppi di stranieri. «Servirebbero più controlli e più illuminazione — aggiunge un altro residente —. La stazione è il biglietto da visita della città, ma così non lo sembra affatto».

Santa Maria Novella rimane un crocevia indispensabile per chi vive o visita Firenze, ma anche uno specchio delle sue contraddizioni: il turismo e il degrado, la bellezza e la fatica quotidiana di una città che accoglie e subisce allo stesso tempo. Tra partenze, ritardi e attese infinite, la stazione continua a scorrere come un fiume, senza mai fermarsi davvero.

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