A quasi un anno dall’inizio del cantiere, partito ad agosto 2024, la tanto attesa riqualificazione della tettoia esterna del mercato di Sant’Ambrogio si è rivelata, a giudicare dai risultati, un’occasione sprecata.
La nuova copertura in plexiglass, completata solo di recente, è già al centro delle critiche da parte di cittadini, commercianti e frequentatori del mercato. La struttura, come si vede chiaramente nella foto scattata nei pressi dell’area rinnovata, appare poco funzionale e inadeguata rispetto alle reali esigenze di un mercato storico e vivo come quello di Sant’Ambrogio.
Il plexiglass, materiale scelto per coprire l’area, non solo lascia passare gran parte del calore, rendendo gli spazi soffocanti nelle ore più calde, ma è affiancato da un telo giallastro dall’aspetto provvisorio, poco teso e già deformato. Il risultato è una copertura irregolare, antiestetica e potenzialmente inefficace in caso di pioggia battente o vento forte.
A peggiorare la situazione, l’area sottostante resta scarsamente ombreggiata, rendendo difficile la permanenza dei banchi alimentari e dei clienti durante le ore centrali del giorno. Alcuni operatori lamentano inoltre infiltrazioni d'acqua già notate con le prime piogge e una sensazione generale di degrado, più che di riqualificazione.
Non meno discutibile è l’impatto visivo complessivo: l’intervento sembra mancare completamente di armonia con l’identità storica e architettonica del quartiere. In un’area come Sant’Ambrogio, che vive della sua autenticità e del rapporto quotidiano tra persone e mercato, l’aspetto estetico non può essere considerato secondario.
A fronte di mesi di cantiere, disagi per gli operatori e risorse pubbliche investite, ci si chiede se questo fosse davvero il meglio che si potesse fare. I residenti iniziano a farsi sentire, così come le associazioni di quartiere: si chiede trasparenza, rendicontazione delle spese, e soprattutto un ripensamento del progetto.
In un momento in cui Firenze cerca di bilanciare turismo e vivibilità locale, interventi come questo rischiano di minare proprio quelle realtà popolari e identitarie che rendono unica la città.
La nuova copertura in plexiglass, completata solo di recente, è già al centro delle critiche da parte di cittadini, commercianti e frequentatori del mercato. La struttura, come si vede chiaramente nella foto scattata nei pressi dell’area rinnovata, appare poco funzionale e inadeguata rispetto alle reali esigenze di un mercato storico e vivo come quello di Sant’Ambrogio.
Il plexiglass, materiale scelto per coprire l’area, non solo lascia passare gran parte del calore, rendendo gli spazi soffocanti nelle ore più calde, ma è affiancato da un telo giallastro dall’aspetto provvisorio, poco teso e già deformato. Il risultato è una copertura irregolare, antiestetica e potenzialmente inefficace in caso di pioggia battente o vento forte.
A peggiorare la situazione, l’area sottostante resta scarsamente ombreggiata, rendendo difficile la permanenza dei banchi alimentari e dei clienti durante le ore centrali del giorno. Alcuni operatori lamentano inoltre infiltrazioni d'acqua già notate con le prime piogge e una sensazione generale di degrado, più che di riqualificazione.
Non meno discutibile è l’impatto visivo complessivo: l’intervento sembra mancare completamente di armonia con l’identità storica e architettonica del quartiere. In un’area come Sant’Ambrogio, che vive della sua autenticità e del rapporto quotidiano tra persone e mercato, l’aspetto estetico non può essere considerato secondario.
A fronte di mesi di cantiere, disagi per gli operatori e risorse pubbliche investite, ci si chiede se questo fosse davvero il meglio che si potesse fare. I residenti iniziano a farsi sentire, così come le associazioni di quartiere: si chiede trasparenza, rendicontazione delle spese, e soprattutto un ripensamento del progetto.
In un momento in cui Firenze cerca di bilanciare turismo e vivibilità locale, interventi come questo rischiano di minare proprio quelle realtà popolari e identitarie che rendono unica la città.
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