Lo dico senza vergogna e pur con la piena consapevolezza di andar contro alla stragrande maggioranza dei fiorentini e quindi, immagino, anche dei lettori: almeno parlando d'impatto, di risultato “estetico” passandoci accanto, di impressione, il nuovo Ex Student Hotel (oggi si chiama Social Hub) di Viale Belfiore è bello. Chissà. Magari è soltanto perché adesso non c'è più il cantiere, non svettano più gru e camion e quindi, qualsiasi cosa fosse venuta fuori, avrebbe portato con sé un effetto di positivo stupore. Possibile. A parer mio però, si tratta di una bella “pennellata” di modernità europea. Si poteva fare meglio? Sicuramente sì. Si poteva pensare a qualcosa di diverso? Certamente. A questo punto però, cosa si sarebbe dovuto fare? Bloccare tutto e lasciar lì un cantiere aperto nell'attesa (infinita) di nuove decisioni? Ributtar tutto giù e ripartire da capo?
L'importante, ed è semmai questo il problema, è che quando ci si trova in situazioni del genere bisognerebbe avere il coraggio e l'onestà di parlare chiaramente, senza perdersi in ipocrisie o (ridicoli) tentativi di descrivere qualcosa per ciò che non è. Bastarebbe/bastava dire: “In città serve anche questo. Attenzione al turista ricco, agli studenti stranieri che possono permettersi certe cifre e che comunque portano ricchezza (di ogni tipo, economica e culturale), interesse per i giovani che avranno nuovi locali o ristoranti da provare ecc ecc....”. Se invece presentando un progetto palesemente estraneo a tutto quello che riguarda la cittadinanza e soprattutto quella “normale” si cerca di descriverlo (appunto) come uno student hotel o qualcosa del genere allora la gente non può che reagir male.
E poi ancora, ma il punto è lo stesso. Vanno benissimo strutture di questo tipo ma devono essere un “anche”, non un “solo”. Un “di più”, soprattutto in questo momento, e non una priorità. La Sindaca Funaro ha promesso in campagna elettorale un grande piano casa per esempio, e devo dire che le prime mosse vanno in quella direzione. Ecco. Allora si, che andrebbe bene anche il “Social Hub”. Onestà, chiarezza, e una visione di Firenze che guardi prima di tutto a chi vuole (ma non può) viverla e permettersela. Questa è la strada da seguire.
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