Se Voltaire aveva ragione, e per quanto mi riguarda ne aveva da vendere, allora in Italia (e a Firenze, purtroppo, in particolare) abbiamo un problema. Anzi. Un enorme problema. “Il grado di civiltà di un Paese - diceva il filosofo francese - si misura osservando la condizione delle sue carceri”. Poniamo, volendo “addolcire” un po’ la pillola, che non sia e non possa esser solo quello il parametro e che, quindi, ci siano tanti altri aspetti per i quali, per fortuna, la nostra città si dimostra di un ben altro livello.
Detto questo però, non si può non rimanere indignati e disgustati per lo stato delle carceri del nostro Paese e, per restare a quanto ci riguarda più da vicino, di Sollicciano. Inutile girarci tanto attorno e del resto sono reportage, dati e cronaca a dirlo: se non è il peggior carcere d’Italia, poco ci manca. Sono già due per esempio, e non è ancora finito gennaio, i suicidi in quest’alba di 2025. Per non parlare degli incidenti, delle proteste, degli episodi di violenza. Fatevelo raccontare da chi c’è stato, o da chi ci lavora, cos’è quel posto. E guardate negli occhi di chi ve lo fa, quel racconto. Ci troverete sgomento e tristezza, rabbia e paura. Una vergogna. Né più, né meno. Questo è Sollicciano.
E sia chiaro. Qua non se ne può più di sentire belle parole e buoni propositi, accuse rimpallate e scaricabarile. Ognuno si guardi dentro e, se ha delle responsabilità, spenda anche solo cinque minuti della sua giornata per chiedersi se non possa (davvero) far qualcosa in più. Mica semplice, ovvio. E’ chiaro che trovare una soluzione definitiva sia (come sempre dinanzi a problemi complessi) difficile. Eppure, è così vengo al nocciolo, io credo che su pochi temi come su questo si possa immaginare un’azione comune di gran parte delle forze politiche. In Comune, come a Roma.
Perché tutte le forze di centro sinistra da sempre (chi più chi meno) ne parla con passione e perché soprattutto negli ultimi mesi anche Forza Italia ha mostrato grande sensibilità sull’argomento. Perché allora, almeno su questo, non ci si mette seriamente attorno ad un tavolo? Perché, in Palazzo Vecchio, in Regione e in Parlamento, non si mette in piedi una task force bipartisan? Sarebbe, tanto per tornare a Voltaire, un (raro) segnale di grande civiltà.
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