Verso le Regionali gli alleati del Pd già pongono paletti e ultimatum. Intanto Meloni lavora per minare il campo largo

Prima la lunghissima attesa e il tormento interno per prendere una decisione. E poi il programma, i paletti, le imposizioni. Fino a quanto successo negli ultimi giorni e a quelle che, senza girarci tanto attorno, si possono serenamente definire minacce. “O si farà quello che vogliamo noi e come vogliamo noi - hanno tuonato in estrema sintesi - o usciremo dalla coalizione e potremmo limitarci a votare provvedimento per provvedimento”. 

Finalmente! Ho pensato. Finalmente un partito traino del fronte progressista che si pone con piglio deciso e atteggiamento da guida! Finalmente il PD col fare “maggioritario” delle origini! Del resto, con i sondaggi che girano, può permetterselo. L’ultimo lo quota al 35%, distante anni luce da tutti gli altri partiti. Giusto insomma che metta tutti davanti a questa realtà e che imponga il proprio programma e il proprio orizzonte. Della serie: chi ci sta, ci segua. 

Come? Dite che sto prendendo un abbaglio? Cioè, volete farmi credere che a minacciare, pretendere, porre ultimatum e simili non è il Pd ma il M5S del 6.5% e (stando sempre ai sondaggi) ultimo partito per intenzioni di voto del “campo largo”? Incredibile (per qualcuno) ma vero. La realtà è che era ed è tutto molto prevedibile e quando si indica la Toscana come “modello nazionale” non stento a credere che sia vero. Ne possiamo star sicuri: accadrà lo stesso, virgola più virgola meno, anche a Roma a ridosso o subito dopo le Politiche del 2027. Soltanto Schlein, pare non accorgersene. Soltanto la segretaria pare non vedere che Meloni, col bene tacito di Conte, lavora ad una legge elettorale che preveda la preventiva indicazione del candidato premier e che obbligherebbe l’opposizione a quasi inevitabili primarie. Primarie che, come la storia della stessa Elly insegna, non possono mai aver esito scontato. E chissà. Magari finirebbero per premiare il fu premier Giuseppi. 

Si vedrà. Intanto, da queste parti, ci si avvia verso un risultato abbastanza scontato anche se, dal secondo immediatamente successivo alla chiusura delle urne, sarà divertente vedere come Pd e Cinque Stelle, in disaccordo su temi fondamentali come Peretola (solo per citarne uno) riusciranno a governare. Un esperimento curioso…anche pensando al governo del Paese.

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