I residenti sono esasperati

Sono trascorse due settimane dall’annuncio del Comune di Firenze: una riunione con i residenti di via Pietrapiana per illustrare “nel dettaglio” il progetto di riqualificazione che prevede lo spostamento dei cassonetti interrati. Doveva servire a fare chiarezza, a stemperare le tensioni, a mostrare apertura al dialogo. Ma di quell’incontro non si è saputo più nulla. Nessuna data, nessun luogo, nessuna convocazione.

Nel frattempo, il cantiere è rimasto esattamente com’era: deserto. Le transenne delimitano ancora la stessa area, il traffico continua a scorrere lentamente tra slalom e marciapiedi ridotti a cunicoli, e i pedoni si muovono come in un campo minato urbano.

I residenti sono esasperati. «Non ci ha più contattato nessuno», dice Silvia B., una delle portavoce del comitato spontaneo nato in via Pietrapiana. «Ci avevano promesso ascolto e confronto, ma nei fatti c’è solo abbandono. Abbiamo l’impressione che si stia cercando di far passare il tempo, sperando che la protesta si spenga da sola».

«Ogni giorno viviamo in mezzo al caos, con auto che si incastrano, gente che rischia di farsi male, e una sensazione generale di insicurezza», aggiunge Marco R., che abita sopra la farmacia davanti alla quale dovrebbero finire i nuovi cassonetti. «Ma la cosa più assurda è che nessuno si prenda la briga di venire a spiegarci davvero perché tutto questo. Parlano di migliorie, ma qui non si vede nulla, se non disagio».

Altri cittadini fanno notare come il cantiere sia inattivo da ormai quasi un mese. «L’unica cosa che si è mossa è stata l’escavatrice, portata via più di due settimane fa», ironizza Gianni, pensionato che passa ore affacciato alla finestra. «Altro che fase due dei lavori: sembra una fase zero».

E mentre si rafforzano i sospetti su un possibile favore al futuro studentato privato nell’ex edificio delle Poste, da Palazzo Vecchio non arrivano risposte. Ufficialmente, la pausa sarebbe legata alla conclusione dei lavori di Toscana Energia e all’attesa dell’intervento di Alia. Ma il silenzio, ormai, pesa più delle ruspe.

«Non vogliamo lo scontro, vogliamo solo essere ascoltati — insiste Silvia B. — Se avessero parlato con noi prima, forse si sarebbe trovato un compromesso. Invece ci troviamo davanti all’ennesima decisione calata dall’alto, senza trasparenza né rispetto».

L’aria, in via Pietrapiana, resta tesa. E la riqualificazione promessa rischia di trasformarsi in un simbolo di incomunicabilità.
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