Sono passati sei mesi dal nostro ultimo reportage da San Jacopino, ma qui il tempo sembra essersi fermato. O meglio, è andato avanti – ma nella direzione sbagliata. Un tempo rione vivace, oggi è sempre più il simbolo di un quartiere dimenticato, dove la paura ha messo radici ma i cittadini non si rassegnano.
“Questa è una zona franca,” denuncia da tempo Simone Gianfaldoni, portavoce del Comitato Cittadini Attivi San Jacopino. “Scippi, aggressioni, furti, spaccio a tutte le ore. I commercianti sono costretti a chiudersi dentro i negozi, all’Esselunga vediamo scene da film horror, e nel giardinetto pubblico c’è chi usa il fontanello come bidet. Se non fosse tragico, sarebbe surreale.”
L’area del giardino di via Galliano continua a essere frequentata da sbandati e tossicodipendenti. “Nessuno controlla. È terra di nessuno,” ripetono i cittadini.
“Ho smesso di portare mia figlia al parco – racconta Laura, che abita in via Toselli –. Una volta siamo entrate e c’era un uomo che dormiva nudo sulla panchina. Da allora, evito.”
“Io ho dovuto cambiare posto auto, anche se pago il parcheggio sotto casa – dice Roberto, residente in via Marcello –. Me l’hanno spaccata due volte in tre mesi. Ora parcheggio più lontano, ma almeno dormo tranquillo.”
“C'è un silenzio assordante da parte delle istituzioni – dice Irene, commessa in zona –. Ogni giorno sento clienti raccontare di furti, minacce, molestie. Ma sembra che qui valga tutto.”
“A me dispiace, perché ci sono cresciuto in questo quartiere – dice Marco, 26 anni –. Ma non ho più voglia di difenderlo. Quando mi chiedono dove abito, cambio discorso.”
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