Quella di Fendi è una delle (tante) realtà d’eccellenza che risiedono all’interno del territorio di Bagno a Ripoli. La casa di moda del gruppo LVMH guidato da Bernard Arnault possiede infatti il proprio principale stabilimento produttivo in Italia a Capannuccia, frazione ripolese che, negli anni, ha visto sorgere al proprio interno una vera e propria fashion valley, viste le tante maison di lusso che stanno scegliendo proprio Bagno a Ripoli per mettere radici. Ma quella di Fendi in particolare è una storia che merita di essere raccontata ed approfondita e rappresenta l’esempio perfetto di come si possa trasformare una grave criticità in un’opportunità quando imprenditoria e amministrazione locale lavorano in sinergia.
L'IDEA - Per la verità, Fendi si trova da tempo all’interno del comune ripolese ma, fino a poco tempo fa, aveva casa a Ponte a Ema. Sono i primi mesi del mandato di Francesco Casini come sindaco di Bagno a Ripoli quando i rappresentanti della maison di moda si presentano nel suo ufficio con un messaggio chiaro: l’azienda ha intenzione di ampliarsi e lo stabilimento di Ponte a Ema non è adeguato alle esigenze societarie. Proprio per questo Fendi è alla ricerca di un nuovo spazio che, nel caso, potrebbe anche essere fuori dal territorio del comune ripolese. Un’ipotesi, quest’ultima, assolutamente da evitare secondo l’amministrazione cittadina. È a quel punto che al sindaco Casini viene un’idea.
IL PROGETTO - Il sindaco propone ai rappresentati di Fendi l’area in cui si trovano le vecchie fornaci Brunelleschi. Il terreno, ampio e meraviglioso, si trova a Capannuccia ed è immerso nel verde alle porte del Chianti. Il problema è proprio la vecchia fornace che, abbandonata e con l’azienda in mano ad un curatore fallimentare, è negli anni diventata un luogo fatiscente e degradato legato sempre più all’illegalità. In più, all’interno dello stabile c’è una forte presenza d’amianto, cosa che lo rende un grosso pericolo anche a livello ambientale: parliamo di un vero e proprio eco mostro. Una situazione che negli anni ha anche costretto lo stesso comune a sostenere spese per centinaia di migliaia di euro per bonificare l’area e preservare così la salute dei cittadini.
IL BLITZ - Con grande intraprendenza e un pizzico di sana sfacciataggine il sindaco Casini ed un rappresentante di Fendi, un giorno, scavalcano le recinzioni della vecchia fornace per un sopralluogo. Una mossa che si rivela vincente. L’azienda s’innamora dell’area e, da lì, parte un iter estremamente rapido che porterà Fendi a ad aprire un vero e proprio gioiello legato alla produzione sostenibile.
VIA AI LAVORI - L’azienda del gruppo LVMH acquista il terreno e nel 2019, grazie anche alla regia dell’amministrazione comunale, partono i lavori. Nel 2022 viene tagliato il nastro del nuovo stabilimento. 30.000 mq su una superficie di 8 ettari, forza lavoro raddoppiata (con tanti cittadini ripolesi coinvolti) ed un centro di formazione per giovani pellettieri a fronte di un investimento da circa 50 milioni di euro. Il nuovo centro di produzione di Fendi è un vero e proprio gioiello d’architettura perfettamente inserito nel paesaggio e all’insegna della sostenibilità. Il tutto risolvendo una situazione di estremo degrado e mantenendo la vocazione produttiva dell’area evitando varianti urbanistiche (progettate dalle vecchie amministrazioni), che in quell’area avrebbero voluto costruire circa 300 appartamenti.
RITORNO - Un grande risultato riconosciuto sia dai cittadini ripolesi che dalla stessa Fendi che si è resa protagonista del restauro del parcheggio e del giardino di Capannuccia, una sorta di gesto di gratitudine verso la comunità di Bagno a Ripoli. “Siamo molto orgogliosi di questo nuovo capitolo a Bagno a Ripoli. È segno dell’impegno della Maison sul territorio Toscano. Volevamo realizzare un ambiente sostenibile non solo per i nostri dipendenti ma soprattutto per coloro che vivono e frequentano quest’area” dichiara in proposito Serge Brunschwig, Presidente e Amministratore Delegato di Fendi.
IL FUTURO - Un’ulteriore dimostrazione di come la casa di moda sia perfettamente e a tutti i livelli inserita all’interno del tessuto economico e sociale del Comune. Lo scorso anno, poi, si è tenuta a giugno, in occasione di Pitti, la prima presentazione della nuova collezione presso lo stabilimento, con grande successo di pubblico e critica. Peraltro, nel vecchio stabilimento di Ponte a Ema, oggi si trova invece Givenchy, altra firma all’interno del gruppo LVMH. Un fatto, questo, che certifica ulteriormente la sinergia fra Comune ed aziende sul territorio. Comune che, fra l’altro, è al lavoro per potenziare ancor di più il distretto della moda di Capannuccia con la realizzazione della variante di Grassina, un progetto infrastrutturale in ponte da decenni e che, con il lavoro dell’attuale amministrazione, ha trovato una svolta definitiva con i lavori che dovrebbero terminare nel mese di ottobre.
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