Il presidente di Firenze Fiera Lorenzo Becattini racconta la Mostra Internazionale dell’Artigianato tra tradizione, innovazione e una visione che guarda già ai 90 anni della manifestazione

Dal 25 aprile al 1° maggio, la Fortezza da Basso si trasforma nel cuore pulsante del “saper fare”: oltre 500 espositori, artigiani da tutto il mondo e un pubblico atteso di 65.000 visitatori. Un evento che celebra la bellezza della manualità e la capacità dell’Italia di trasformare l’arte del mestiere in eccellenza internazionale. Il presidente di Firenze Fiera Lorenzo Becattini, intervistato da Firenze e Dintorni, ci accompagna dietro le quinte di una delle fiere più longeve e amate del Paese.

Presidente Becattini, siamo ormai alle porte della 89ª edizione della Mostra Internazionale dell'Artigianato, un evento di grande rilievo non solo per Firenze, ma ormai riconosciuto a livello internazionale.

"Sì, assolutamente. Intanto, va ricordato che una fiera con 89 edizioni alle spalle non è cosa da poco. Le radici di MIDA affondano nel marzo del 1931, qui a Firenze. È una manifestazione longeva, che ha attraversato momenti difficili come la guerra, ma è ancora qui, pronta a festeggiare i suoi 90 anni. Una "vecchietta" che si tiene davvero bene."

Una fiera con una forte identità locale, ma che ha anche una dimensione molto più ampia.

"Esatto. MIDA è profondamente legata a Firenze, ma ha assunto una dimensione metropolitana e regionale. E non solo: è una fiera internazionale, con espositori provenienti da diversi paesi. Pensate che è diventata ufficialmente internazionale già nel 1952. E anche quest'anno contiamo più di 500 espositori: un numero importante per una realtà come la nostra."

Cosa vi aspettate in termini di affluenza?

"Nelle ultime edizioni abbiamo riscontrato tantissima curiosità. Stimiamo che, tra il 25 aprile e il 1° maggio, arriveranno circa 65.000 visitatori. MIDA è una festa, una celebrazione del "saper fare". Gli artigiani sanno mettere in scena con grande maestria la manualità, oggi sempre più supportata anche dalla tecnologia. Chi ha un po' di tempo, venga: non rimarrà deluso."

In un mondo sempre più digitalizzato, l'artigianalità è un valore da preservare. Come si è cercato di valorizzarla ulteriormente in questa edizione?

"Abbiamo fatto un accordo con l'associazione "Chiavi d'Oro", i portieri degli alberghi di Firenze. Abbiamo chiesto loro di indirizzare i turisti verso la Fortezza da Basso, per vivere un'esperienza unica: un manufatto storico del 1534 che ospita più di 500 artigiani, tutti in un unico luogo. Questo significa anche una maggiore presenza internazionale, e quindi più opportunità per gli espositori."

Un lavoro enorme quello dietro le quinte. Chi partecipa alla realizzazione di MIDA?

"Firenze Fiera da sola non potrebbe farcela. È un lavoro di squadra, che coinvolge le due principali associazioni artigiane, CNA e Confartigianato, la Camera di Commercio, le istituzioni locali - Comune, Città Metropolitana, Regione Toscana - e la struttura regionale Artex, il centro per l'artigianato artistico e tradizionale. Non possiamo non menzionare anche la Fondazione CR Firenze, che garantisce la presenza in fiera di OMA (Osservatorio Mestieri d'Arte), e la Scuola delle Arti Orafe LAO, che ogni anno porta creazioni davvero affascinanti. E poi, quest'anno, siamo molto orgogliosi anche del nostro nuovo manifesto: elegante, simbolico, perfettamente in linea con lo spirito della mostra."

E il prossimo anno andrà in scena un'edizione speciale? 

"Dal 2 maggio inizieremo a lavorare per i 90 anni di MIDA, una ricorrenza speciale che vogliamo celebrare coinvolgendo non solo gli enti locali, ma anche realtà nazionali. Sarà una grande occasione di valorizzazione dell'artigianato italiano."

Gli ultimi anni sono stati complessi, in particolare quelli del Covid. Oggi MIDA è più forte che mai. Quanto vi inorgoglisce questo risultato?

"È una grande soddisfazione. Firenze Fiera non è solo MIDA, ma anche tante altre fiere e congressi. Negli ultimi anni abbiamo registrato una crescita importante. Non va dimenticato che nel 2020 e nel 2021 siamo stati praticamente fermi. Solo da luglio 2021 abbiamo ricominciato, con tante difficoltà. Ma nel 2022 e soprattutto nel 2023 e 2024, c'è stata una grande ripresa. Abbiamo sfatato una credenza che si era diffusa durante la pandemia: che gli eventi in presenza sarebbero stati superati da quelli online. Non è stato così. Le persone hanno bisogno di esperienze fisiche, di toccare con mano. E questo ci ha dato la forza per tornare più forti."


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