La peggiore versione della Fiorentina

L’analisi del nostro inviato

Il curioso caso di una squadra che per tre anni ha avuto un'identità e coesione fra i reparti trovando grandi critiche sul portiere e centravanti che ora, come uno scherzo, trova portiere e centravanti perdendo tutto il resto. La squadra in questione è la Fiorentina  che ieri ha mostrato la peggior versione di se stessa dal punto di vista delle trame di gioco e della qualità. In una serata piuttosto nera, gli squarci nel buio sono tre: la qualificazione ottenuta con il cuore, la capacità di Kean di trasformare in gol il quasi nulla che gli arriva sotto forma di rifornimenti ed infine i guizzi di De Gea. Molto simile al portiere divenuto leggenda allo United. Sul resto trovare motivi di ottimismo è davvero difficile. La difesa è in costante sofferenza con Pongracic al momento difficile da proporre (ha più ammonizioni che gare giocate), Quarta e Ranieri lontano dai loro standard ed anche i giovani Comuzzo e Kayode in stato confusionale. In mezzo il vuoto. Si salva parzialmente il solo Amrabat che oggi però diverrà un mediano di Mourinho. Il reparto è totalmente da costruire tra chi deve arrivare, chi lo ha appena fatto dovendo ancora svolgere il primo allenamento con i compagni (Adli) e chi, come Richardson, si è appena affacciato in campo. Detto di Kean e delle sue ottime qualità, giusto soffermarsi sui trequartisti. Al momento in quella zona che dovrebbe portare qualità vige il vuoto pneumatico. Sottil è stato un fantasma, Ikone ha fatto peggio, Colpani e Kouame si impegnano ma faticano a trovare tre passaggi giusti consecutivi. Insomma la Viola è troppo brutta per essere vera. "Questa gara può darci la scintilla per diventare squadra" ha detto Palladino. Sicuramente non agevolato nel suo lavoro da quell'aeroporto arrivi/partenze che è la Fiorentina. Ma non certo incolpevole per questo scialbo inizio di stagione. Vediamola in positivo.La Viola è imbattuta, ha superato il Play Off entrando in Europa e può solo migliorare. Vista così sembra meno tetra.

Domani partita da dentro o fuori. La Fiorentina non può sbagliare

Il punto dal nostro inviato

Dentro o fuori. Una volta il calcio d'agosto era fondamentalmente privo di significato ed il risultato l'ultima cosa che contava. Ora, ad agosto, la Fiorentina si gioca mezza stagione. Vincere, qualificarsi, e provare nuovamente l'avventura europea o essere eliminata. Avvenimento che inciderebbe sull'annata appena iniziata vanificando contemporaneamente gli sforzi della passata stagione. Generalmente preparare questo tipo di sfide, anche se il Puskas Akademia non è propriamente un top club, necessita del massimo della concentrazione senza distrazioni. A Palladino questo non è concesso visto il mercato aperto, giocatori in odore di uscita, acquisti concretizzati o in ponte. Se il livello tecnico della sfida non è certo impossibile quindi, il piano della concentrazione è sicuramente minato da fattori esterni. Quanto inciderà? Tocca al campo rispondere ed anche le scelte potrebbero essere influenzate dal mercato. Amrabat ad esempio, il centrocampista più in forma e tanto coccolato dal tecnico, sta per andarsene al Fenerbache di Mourinho. Difficile pensarlo titolare. Gudmundsson non si è ancora mai allenato in gruppo, Colpani, Pongracic e De Gea lontanissimi dalla forma migliore. Ed il Puskas sente profumo di impresa storica. Dicevano che si sarebbero accontentati di segnare un gol, ne hanno fatti 3 al Franchi. Sperando siano gli ultimi.

Stasera si chiude la tournèe inglese della Fiorentina: i temi principali

La Fiorentina di Palladino prende forma

Check importante. Stasera si chiude a livello di impegni la lunga tournèe inglese dove la Fiorentina ha lavorato molto bene e giocato piuttosto male contro Bolton e Preston, squadre di basso cabotaggio d'Inghilterra. Due gol fatti, di cui uno (Mandragora) su punizione, addirittura tre subiti con due clamorosi errori di entrambi i portieri. Ed una valanga di occasioni sprecate da Kean, ottimo per approccio, meno per cinismo. I risultati, giustamente, vengono considerati poco importanti, gli errori sono tutti correggibili con il lavoro, e stasera Palladino si aspetta un passo in avanti sotto ogni punto di vista. I problemi veri, quelli che allarmano di più, sono altri e portano dritti alla mediana ancora tutta completamente da costruire a meno di tre settimane dall'inizio della stagione. Mandragora è più utile che determinante, Bianco indietro, Barak in quel ruolo tutto da costruire. Per questo la partita del mercato è la chiave, decisamente più importante di quella sul campo di Hull. Detto questo però, stasera il nuovo allenatore viola si aspetta di più. Dovrebbe schierare una formazione sintesi delle prime due amichevoli, gettando in campo il maggior numero di titolari possibili per vedere quanto è stato assimilato il suo calcio. Chi lo conosce già a memoria, Colpani, è indietro fisicamente, ma potrebbe assaporare i primi minuti con la nuova maglia. Portando un po' di entusiasmo che i soli Kean e Pongracic non avevano del tutto innalzato. Il resto deve arrivare da Pradè. Il campo principale resta il suo.

Kouame, un futuro da centravanti ed un futuro da scrivere

Cosa farà Palladino con l’ex Genoa?

Un presente da centravanti ed un futuro da scrivere. Christian Kouame ad ora nella testa di Palladino è il vice Kean, punta centrale con i due trequartisti offensivi a supporto chiamato a dare profondità, legare il gioco, segnare. Soprattutto segnare, visto quanto siano mancate le reti delle punte negli ultimi anni. I due soli gol registrati dall'ivoriano nell'ultima stagione sono davvero pochi per renderlo soddisfatto. "Il mio obiettivo è chiaro, devo segnare di più" dice lui dall'Inghilterra. "Non importa come, vanno benissimo anche reti brutte. La squadra ha bisogno che gli attaccanti facciano gol". Chiaro il proposito, delineato il ruolo dopo anni (quelli targati Italiano) passati soprattutto sulla fascia, resta da stabilire la maglia da indossare. Nel senso che al momento Kouame è viola dalla testa ai piedi con Kean titolare e Nzola ad allenarsi a Firenze in attesa di essere piazzato sul mercato. Ma la certezza della permanenza non c'è anche perché al momento Kouame ha un solo anno di contratto. Sarà l'ennesima decisione da prendere nel giro di poco tempo dentro un'estate fatta di rivoluzioni. Nel frattempo corre e suda per impressionare il proprio allenatore. "Voglio farmi vedere, per queta maglia darò sempre tutto". Su questo non ci sono dubbi.

Palladino chiama, Kean deve rispondere

L'ex Juventus dovrà far dimenticare le delusioni in attacco degli ultimi anni

Muovere il pallone, tenere vivo il gioco, attaccare, segnare. Palladino chiama, Moise Kean deve rispondere. Poco da fare, l'ex centravanti della Juventus resta il principale motivo di attrazione di un ritiro che lo vede acquisto principe (e quasi unico). Con il bollo del calciatore voluto fortemente dal tecnico e la pressione di dover far dimenticare la sequela di numeri 9 non all'altezza dall'addio di Vlahovic (con cui condivide una sincera amicizia) ed il più sbiadito ma mai comunque sopito timbro di ex bianconero. Eppure il ragazzo visto da vicino pare essere totalmente impermeabile alle pressioni tra un allenamento di calcio ed un po' di musica. Enorme passione che lo accompagna da sempre tanto da proiettarlo insieme ad un altro amico calciatore, Leao, nel mondo del rap con il singolo 'Outfit'. Che sia questione di carisma o di distacco dalla realtà poco importa, sicuramente la capacità di farsi scivolare via commenti e reazioni non può che aiutarlo in un ambiente come Firenze. Una vita calcistica passata tra un campionato e l'altro, tra una Nazione e l'altra, che lo ha portato in viola a 24 anni. Età perfetta per sbocciare davvero. Ha la fiducia dello staff tecnico e la maglia da titolare tatuata sulla pelle. Ora tocca a lui

L’Inghilterra accoglie la Fiorentina

Il punto dal nostro inviato

Venti gradi scarsi, pioggerellina, tanto verde intorno. L'Inghilterra accoglie la Fiorentina da par suo mostrandosi per quello che è: la squadra viola invece da più l'idea di far vedere ciò che sarà visto che alcuni reparti restano largamente incompleti. Il perchè della tournèe lo spiega direttamente Barak "Al Viola Park abbiamo davvero tutto, ma la temperatura per allenarsi qui è migliore", il resto lo diranno le tre amichevoli affascinanti che attendono la squadra di Palladino contro Preston, Bolton ed Hull City. Il morale è alto, i nuovi (purtroppo soltanto due) hanno entusiasmo da vendere e qualcosa da dimostrare e Palladino pare soddisfatto di come le proprie idee, quasi opposte a quelle del predecessore Italiano, vengano digerite dal gruppo. La prima partitella in famiglia disputata nell'Academy dei giovani del Preston ha mostrato ritmi alti, voglia di lavorare e grande competitività da parte dei calciatori. Il buono del periodo si vede tutto, ma anche le lacune sono lì ben esposte. Per questo i dirigenti viola, da Pradè a Ferrari, non sono al seguito della squadra ma al lavoro in Italia per completare, o nel caso del centrocampo rifondare, la squadra. Buon lavoro a tutti

Fiorentina che botta, stavolta fa ancora più male

Errori e difetti di una serata dolorosissima

Una serata che ha prosciugato sentimenti ed emozioni positive radendo al suolo i sogni di festa di un popolo, quello viola, che stavolta ci credeva davvero. Inariditi gli stati d'animo, inutile perdersi in discorsi corposi. Meglio seguire il mood viola del giorno dopo e schematizzare quello che ieri sera non ha funzionato, per tornare ad impossessarsi delle giuste vibrazioni va dato tempo al tempo.- La Fiorentina si è snaturata. Poco da fare, quando una squadra ha un'identità provare a cambiarla porta al fallimento.- Il flop dei big. Davvero Nico, Arthur e Bonaventura in momenti cruciali sono questi? In caso urgono delle riflessioni- Deficit di personalità. Le finali sono come dei derby potenziati. Scenari diversi che non tutti sono in grado di dominare.- Il centravanti è un mestiere. Punto. Senza un centravanti di mestiere i successi difficilmente arrivanoItaliano ha portato la Fiorentina ancora in Finale. Ma alcune scelte ieri possono comunque essere oggetto di discussione.- I cambi nel calcio moderno decidono le partite. Coloro che sono entrati hanno fatto peggio dei compagni sostituiti.- I finali di partita. Che sia il 90esimo o quasi il 120esimo, che sia Il West Ham, l'Atalanta o l'Olympiacos, distrarsi sul più bello non dà possibilità di replica.- Ma quale esperienza. Pensavamo che le finali perse avessero portato maturità e consapevolezza, con conseguente correzione di errori. Invece hanno appesantito testa e gambe creando la paura di un insuccesso bis. Fardello che ha anestetizzato i viola.

Fiorentina, le ultime sulla formazione

Viola meno spregiudicata, l'esperienza insegna

Tutto ruota intorno a Beltran. Le ultime indicazioni vogliono il 9 in panchina con una Fiorentina leggermente più attenta alla fase difensiva. Guai a snaturarsi per carità, i viola hanno un'identità precisa che prima hanno inseguito e poi seguito fedelmente seguendo le tracce del proprio allenatore. Però l'esperienza insegna e l'idea di inserire un centrocampista in più già circolava nella testa del tecnico viola. Beltran in panchina dopo un paio di mesi peraltro non esaltanti darebbe il là ad un effetto domino con Bonaventura più vicino a Belotti come nella prima fase di stagione ed un aiuto ad Arthur nei compiti di filtro grazie alla corsa di Mandragora. Davanti ci devono poi pensare Nico, Kouame e Belotti. Soprattutto Nico pensando ai gol visto che Kouame ha segnato due reti in tutto l'anno (Atalanta e Salernitana, ndr) e Belotti non è andato oltre (sempre 2). L'argentino invece guida i marcatori viola con 15 esultanze nelle varie competizioni, logico affidarsi al suo talento. L'attacco fa vendere i biglietti, la difesa vincere le partite dicono in America.Ed allora dietro occhio ad El Kaabi, marcatore principe dei greci con 32 reti. Toccherà a Quarta insieme a Milenkovic mettergli 'le catene' come direbbe Italiano. Nel pomeriggio Italiano ufficializzerà la formazione anche ai suoi, poi toccherà al campo. Lo spettacolo di Atene abbia inizio.

[FeD ATENE] Rifinitura viola: Possibile una novità?

Balla la posizione di un elemento chiave

Tante certezze ed una possibile novità. La rifinitura viola visibile agli occhi di tutti i giornalisti non poteva consegnare strategie visibili ma qualcosa tra le righe si percepisce. Non soltanto la concentrazione oltre il livello massimo e la voglia anche vocale di Vincenzo Italiano nel provare ad incidere dal punto di vista motivazionale anche negli ultimi frammenti ma della finale. Oltre ad incitamenti e rimbrotti, le esercitazioni tecniche finalizzate alla conclusione verso la porta hanno aperto l'unico squarcio di dubbio nella formazione iniziale anti Olympiacos. Dove giocherà Bonaventura? Nello strano ballottaggio che vede al 'duello' Beltran e Mandragora infatti, a cambiare sostanzialmente è la posizione di Jack. Con l'argentino, Bonaventura parte dietro, non troppo distante da Arthur: lavoro più completo nella parte di prima regia e di filtro in mezzo, con Beltran sulla trequarti pronto a creare. Altrimenti tocca proprio a l'ex Milan agire dietro Belotti, posizione che nella prima parte di stagione ha interpretato al meglio. Proprio in zona offensiva oggi ha stazionato per arrivare facilmente alle conclusioni. Tattica o pretattica? Intanto opzione alternativa. Sempre meglio avere un piano B.

[FeD ATENE] Italiano ha deciso, ad Atene Fiorentina di qualità

Palleggiatori in mezzo, e tecnica sudamericana avanti. Ma guai a sbilanciarsi

Qualità. Parola d'ordine viola per la finale, possibilmente accompagnata da equilibrio. Perchè nella testa di Vincenzo Italiano la Fiorentina deve vincere da Fiorentina. Zero speculazioni, il calcio di rimessa non vive da queste parti. Certo guai a farsi trovare sbilanciati soprattutto con un attaccante come El Kaabi, veloce e preciso, capace di segnare 32 gol in stagione. Ma la partita dovrà farla la Viola spostandola sui binari più congeniali. Per questo Italiano pensa ad una squadra imbottita di qualità e piedi buoni con Arthur e Bonaventura in mezzo, Nico e Beltran più avanti. E Quarta dietro. Piedi da centrocampista, inserimenti da attaccante, colpo di testa con l'istinto del bomber. Insomma una Fiorentina di palleggio e dominio più che fatta da muscoli e fisicità. L'idea resta quella di togliere le armi migliori all'Olympiakos stando particolarmente attenti alla profondità di El Kaabi e la tecnica di Pondence, così come eventualmente essere pronti all'ingresso di Jovetic. Sfruttando il palleggio in mezzo fino al momento di allargare in zona Nico aspettando buone news. In seconda battuta il pallone può essere alzato considerando che di testa lo stesso Nico e Kouame sono di valore ben sopra la media. Il disegno su carta c'è, tra poco tocca al campo.

Fiorentina doppio binario

Cagliari sia una gioia e non un fastidio

L'avvicinamento alla partita sarà lo stesso. Pranzo, riposo, riunione tecnica, poi via verso lo stadio. Le sensazioni probabilmente no. Perchè l'ultima prima degli esami lascia sempre qualcosa di particolare. Nel calcio viola del momento l'esame è ovviamente Atene e se possibile vedere la festa dell'Atalanta ha ulteriormente fatto intendere cosa potrebbe accadere a Firenze in caso di vittoria. Oggi però la gara non può essere considerata un fastidio, con i viola che hanno il secondo match point: se la Fiorentina vince il prossimo anno giocherà ancora in Europa. E' un fatto. Davanti più che una squadra un popolo, quello sardo, festoso e grato: pronto ad omaggiare nuovamente il proprio condottiero, quel Claudio Ranieri che in poco più di un anno ha regalato promozione prima e salvezza poi. Il Cagliari fa sapere che la gara è comunque importante per arrivare al tredicesimo posto (e magari guadagnare qualche euro in più visto che ogni posizione in classifica ha un tipo di ricompensa). Per questo dentro praticamente tutti i migliori cominciando udite udite da Yerry Mina. Formazione rebus per i viola con titolari e riserve che si alterneranno per tentare il doppio colpo. Vincere oggi e arrivare al top ad Atene. Sarebbe la degna conclusione del Ciclo Italiano.

Fiorentina niente scherzi: vincere per l'Europa

Arrivare ad Atene con il vento in poppa aiuta

C'è il rischio che sull'aereo qualcuno pensasse di atterrare già ad Atene visto il media day di oggi a tutta Conference, con la Finale gioia e tarlo in egual modo ed al centro di ogni viola pensiero. Invece la Fiorentina atterra a Cagliari ed in Sardegna dovrà tentare di fare una cosa che qui non gli riesce dal 2017: vincere. Perchè con tre punti in tasca si possono gettare calcolatrici e conteggi, la Fiorentina sarebbe certa di tornare per il terzo anno consecutivo in Europa. Conference in caso di sconfitta contro l'Olympiakos, Europa League con il successo ad Atene. Ma comunque Europa.La linea di demarcazione tra una stagione comunque positiva o meno. Italiano ci terrebbe da matti a chiudere il suo ciclo con il 100% di stagioni chiuse con i viola qualificati ad una Coppa e c'è da giurarci: prenderà tremendamente sul serio la trasferta di Cagliari. Se saprà motivare i suoi, complice anche la salvezza già ottenuta dai sardi, potrà festeggiare, presentandosi ad Atene con ulteriori convinzioni. Altrimenti si rischia l'effetto Samp. Con i doriani già salvi a seppellire di reti una Fiorentina in lotta per l'Europa non troppe stagioni fa. Nel frattempo l'isola trasuda festeggiamenti per una salvezza a tratti insperata ed è tutta ai piedi di Sir Claudio Ranieri. Dopo Gigi Riva in questo momento c'è lui nella classifica di chi tifa Cagliari. Ha chiuso un cerchio apertosi nel 1988, se ne andrà omaggiato da un popolo che lo ha eletto imperatore. Prima grande uomo ed a seguire identico allenatore. Sarà la sua festa, sarà la festa di una terra, la Sardegna. Che sia anche la festa viola.

Fiorentina più bella che sfortunata

La viola va oltre i pali dominando il Bruges: È finale!

La più bella nel momento più bello. Eccola la Fiorentina di Vincenzo Italiano, quella che sbaglia qualcosa (prendendo immancabilmente gol) salvo poi reagire, creare, dominare. Il secondo tempo contro il Bruges resta il manifesto del calcio ideato e voluto da questo allenatore che, questo è un fatto, verrà a prescindere ricordato come capace di portare la squadra in due finali europee consecutive. Ieri è andato in scena un secondo tempo show fatto di pressing ed intensità, recupero palla e occasioni create. Certo la Fiorentina è sempre la Fiorentina e segnare resta complicato per questioni di qualità, imprecisioni ed anche tanta sfortuna con i pali del Jan Breydel Stadion che vibrano ancora. Ma il doppio confronto contro la squadra belga narra di oltre 50 tiri viola contro i 9 del Bruges. Casomani ci fosse qualcuno ancora a chiedersi chi ha davvero meritato la Finale. Il tutto con i big lontanissimi dalla miglior condizione. Bonaventura non è nemmeno riuscito a scendere in campo, Arthur ha trotterellato per tutta la gara, Nico qualcosa ha creato, mangiandosi però in modo clamoroso il gol del pareggio e facendosi 'soffiare' da Beltran il pallone sul rigore. Insomma c'è margine di miglioramento ed il 29 maggio che sia contro l'Olympiakos o l'Aston Villa, servirà la Fiorentina migliore con i migliori. Tirati tutti a lucido per la serata di gala. Perchè la storia è già scritta. Ma incidere la parola Fiorentina sul trofeo avrebbe tutto un altro sapore. 

Fiorentina, è il giorno chiave

Tante certezze ed un dubbio: Jack

Ci siamo. Ormai ciò che è fatto è fatto, la preparazione della gara è conclusa, i dettami tattici consegnati. Il giorno chiave è iniziato e l'ultima cosa da stabilire è la presenza o meno di Jack Bonaventura dal primo minuto. Ne parleranno il centrocampista viola e Vincenzo Italiano, si confronteranno su sensazioni e rischi prima di decidere se l'ex Milan potrà esserci. A prescindere da Jack il resto della squadra è deciso con l'attacco sulle spalle di Belotti (in gol all'andata) e Nico (deludente all'andata). Considerando come difende la Fiorentina soprattutto in questo periodo è probabile che serva comunque segnare per passare il turno e regalarsi Atene. La sfida sarà tosta, gli avversari molto probabilmente vinceranno il campionato belga ed il clima si prepara ad essere rovente. Come dimostrato dai fuochi d'artificio sparati dai tifosi del Bruges in nottata davanti all'hotel della Fiorentina per disturbarne il riposo, roba da calcio pre moderno. Lo stadio sarà esaurito compresa la fetta viola composta da mille tifosi in arrivo da Firenze. La stagione si decide oggi perchè un'eliminazione aprirebbe uno squarcio abbastanza inquietante sulle prossime settimane con la lotta per l'ottavo posto che non scalda i tifosi. Non resta che vincere. O comunque passare il turno.

Semifinale, il Bruges ci crede

Ma la Fiorentina ha tecnica ed esperienza dalla sua

Si può fare. La vigilia per il Bruges fila via tra una dichiarazione d'intenti dei protagonisti e l'entusiasmo dei tifosi nero blu che sognano una finale europea dopo 34 anni. "Sono tranquillo, possiamo farcela, ho studiato la Fiorentina contro l'Atalanta e non solo" ha detto il tecnico Hayen. "Loro sono forti, ma lo siamo anche noi e prossimo batterli con due gol di scarto. Non dovremo innervosirci anche quando perderanno tempo o faranno dei falli per interrompere il gioco" gli ha fatto eco il portiere Mignolet. Del resto il Bruges sta volando verso la vittoria del campionato belga con una striscia positiva straordinaria fatta di sole vittorie e dall'arrivo del tecnico Hayen la squadra ha cambiato totalmente marcia. La Fiorentina dovrà giocare contro una squadra (forte) e contro una comunità considerato l'amore che si respira nei confronti del Bruges. Ma la squadra di Italiano ha una forza ulteriore derivante dall'esperienza: è la squadra che ha giocato più partite nella storia della Conference League. Questo, oltre al maggior tasso tecnico ed il vantaggio dell'andata deve portare un soffio d'ottimismo alla vigilia del match. Ma l'ottimismo non conta. Serve difendere bene ed attaccare benissimo. O viceversa. Per non veder volare via l'ultimo obiettivo della stagione

Fiorentina gioie e dolori, tutto è ancora possibile

Risorgono gli attaccanti, ma la difesa balla. Basterà per Atene?

Orgoglio e rimpianti. Il giorno dopo è esattamente come quello prima con i tifosi a chiedersi se e quanto sono realmente felici del successo contro il Bruges. Perché segnare un gol decisivo nel recupero con il giocatore maggiormente in difficoltà per tutto l'anno vincendo la gara, porterebbe all'estasi calcistica. Ma la mezzora giocata in superiorità numerica ed iniziata sopra 2-1 porta con se alcune perplessità. L'impressione resta la stessa: con il livello di attenzione e di intensità corretto, Atene sarebbe realmente stata ad un passo. Invece la mini-partita di 35 minuti giocata 11 vs 10 è finita 1-1 e solo grazie alla zampata vincente dell'uomo meno atteso, Nzola. A niente servono le statistiche che parlano di oltre 30 tiri viola contro quelli dei belgi che si fermano sulle dita di una mano. La qualificazione resta apertissima, al Jan Breydel Stadium (la tana del Bruges) sarà dura, Atene resta quasi equidistante fra il Belgio e Firenze. Mentre la partita avrebbe detto altro.BUONE NUOVE E SOLITI ERRORI. E dire che la serata poteva essere ricordata soprattutto per la resurrezione contemporanea di tutto l'attacco viola in blocco. Sottil magicamente a giro, Belotti che alza la cresta nel cuore dell'area di rigore trovando il secondo acuto in viola e Nzola nuovamente in gol quasi due mesi dopo l'ultimo sigillo, sempre in Conference, contro il Maccabi. Vecchi scheletri invece continuano a fare capolino, ad esempio il grande classico del gol subito su imbucata centrale che tanto fa dannare chi tifa viola. Rispetto a Bergamo, più frutto di errori individuali che di reparto, vedi Ranieri sulla volata di Thiago. Ma sempre imbucata centrale resta. E così una serata potenzialmente trionfante diventa un sorriso a trequarti. Del resto l'amarezza di Bergamo è ancora dietro l'angolo e fidarsi di un solo gol di vantaggio prima del ritorno non è più cosa. Certo il Bruges non è l'Atalanta, ma la Fiorentina sì, è sempre la stessa. Una squadra capace di tutto e del suo contrario. Basterà?

La Fiorentina vince contro nessuno, ma sorrisi aiutano

Ora sotto con il Brugge, non si può sbagliare

Una passeggiata. Ma anche per passeggiare serve andare attrezzati. Col senno di poi la partita con il Sassuolo è stata poco più di un'amichevole vista la condizione psico fisica di una squadra destinata alla B guidata da un tecnico che pare non crederci più ed azzoppata dall'assenza di tutti i propri migliori giocatori. Il 5-1 finale spiega bene il divario che poteva essere persino più netto in una gara fatta di esercitazioni offensive, conclusioni, legni colpiti. Le partite però, anche le più semplici, vanno vinte sul campo. E troppo spesso la Fiorentina ci ha fatto vedere il lato buio della luna, ovvero il non riuscire persino nelle situazioni piuttosto confortevoli a portare a casa il risultato. Quindi ben vengano i 5 gol contro il derelitto Sassuolo. Così come le reti di Nico e Sottil, il sorriso di Barak o la traversa di Parisi. Passando per l'ennesimo gol di Quarta. Tutte buone notizie che riempiono un sacco, quello viola, che di note liete ha disperatamente bisogno a pochi giorni dalla gara d'andata con il Bruges.REAZIONE Arrivare all'appuntamento con maggior serenità data dalle due vittorie consecutive (certo non impossibili) in campionato, serve anche nello smorzare l'enorme delusione arrivata a Bergamo. Per questo c'era la curiosità di capire come il gruppo avrebbe assorbito il ko con l'Atalanta: risposta positiva e avanti con la Conference. Obiettivo primario del finale di stagione, ma non solitario. La porta europea che passa dal campionato non è ancora completamente chiusa ed avere come nel tennis un doppio servizio permette di spingere di più rispetto ad avere una sola cartuccia. Italiano ha scelto, la squadra delle Coppe è quasi totalmente opposta a quella del campionato. A parte due o tre elementi (Quarta e Kouame) che devono sobbarcarsi entrambe le competizioni, si intravede perfettamente la squadra titolare e quella scelta per tener vivo il campionato. Giovedì toccherà ai big dare risposte. Farlo con il sorriso delle cinque reti arrivate ieri, a prescindere dall'avversario, dà un altro sapore.

Errori incomprensibili, ciao Coppa

Ma dall'estate dovranno arrivare risposte

Più che a testa alta, usciti a difesa alta. La Fiorentina perde in un solo colpo partita, Coppa Italia e Supercoppa italiana al termine di un incontro sostanzialmente dominato dall'Atalanta che ha trovato però terreno fertile cullando le proprie qualità migliori. Gioco in verticale, velocità, fisicità. Che, applicata ad una tecnica superiore ai viola, ha deciso che contro la Juventus a Roma non ci giocherà la Fiorentina. Eppure la Viola ha dimostrato nel recente passato di poter battere Gasperini, lo ha fatto in campionato, lo ha bissato nella gara d'andata. Partite in cui ha concesso pochissimo portando il match sui binari che i nerazzurri amano poco. Ieri no. Da subito l'impressione è stata quella di una squadra con poco equilibrio e pochissima consistenza in fase di filtro: oltre alla purtroppo consueta incapacità di creare azioni realmente pericolose. Perdere era nell'ordine delle cose, perdere così meno. Tre gol in contropiede, compreso l'incredibile sigillo decisivo di Lookman, così come in contropiede è arrivata l'azione (due tocchi in verticale senza opposizione) del rosso a Milenkovic. Davvero non si poteva fare meglio? Davvero era necessario consegnare decine di metri di campo ad ogni azione? Se lo chiede chi considera Italiano un ottimo allenatore: che ha aggiunto punti, risultati e valore in questo triennio e non certo tolto. Chiusa l'analisi della gara viene il momento di guardare la luna e non il dito che la indica.CERCASI QUALITA' - E la luna sentenzia. Da anni l'Atalanta, rosa alla mano, è più forte della Fiorentina. Lo è stata nelle stagioni in cui i nerazzurri le sono arrivate davanti e lo era anche quando furono i viola a sopravanzarla in classifica (il primo anno di Italiano). E' quello il dente che veramente duole. Il reale valore è sempre dato dal lungo periodo, non dalla gara secca. Dove il risultato porta (è il bello del calcio) incertezza. Da quasi un decennio ormai i valori in campo sono questi. Loro su, i viola sotto. La riflessione deve necessariamente partire da lì e per questo l'estate che arriva deve tracciare una linea. Serve qualità, servono giocatori di spessore, servono scelte coraggiose e studiate. Serve finalmente annullare il gap in termini di forza della rosa (i 30 milioni di Toure ieri sono rimasti a guardare i vari Scamacca, De Katelaere, Lookman fare a fette i viola). Fatto questo sì che la questione difesa alta o partenza dal basso sarà cruciale. Prima resta sostanzialmente contorno.

Fiorentina tutto in una notte

A Bergamo i viola cercano i pass per Roma ed Arabia

Una poltrona per due. Accanto alla Juventus prima finalista di Coppa Italia c'è spazio soltanto per una squadra tra Atalanta e Fiorentina. Ma anche una vittoria per due. Nel senso che superare il turno questa sera porta ad un doppio trofeo da giocarsi. La Coppa Italia subito, la Supercoppa italiana nel gennaio 2025. Quando un poker di squadre proverà ad emulare l'Inter in terra d'Arabia. Proprio l'Inter è insieme alla Juve già certa del viaggio. Il Milan è ultra favorito per il terszo posto da occupare, l'ultimo se lo spartiranno quindi Fiorentina ed Atalanta. La partita di questa sera ricalca perfettamente la definizione di gara chiave.QUANTI DUBBI Logico che giocarsi l'appuntamento decisivo con una squadra al top della forma è il sogno di ogni allenatore. Italiano dovrà invece fare in altro modo vista la valanga di acciacchi che minano i suoi: soprattutto tra i giocatori migliori c'è un filo conduttore che sfocia nel malanno fisico tra caviglie, quadricipiti e muscoli vari. Per questo la formazione verrà fatta di comune accordo con il responsabile sanitario. Il tecnico vorrebbe consegnare la maglia da titolare ad almeno 3 big su quattro: due paiono essere Nico e Belotti, il terzo uscirà tra Beltran e Bonaventura. Deciderà il grado di gonfiore delle rispettive caviglie. A prescindere dai singoli serve la Fiorentina extra lusso vista all'andata, con l'1-0 finale che non rispecchia il dominio viola visto sul campo. Oggi sarà certamente un'altra storia, sperando che non ci sia anche un altro risultato.

Missione compiuta, Conference obiettivo primario

Salerno fastidio necessario prima di Bergamo

Tre italiane a maggio si divertiranno nel provare a conquistare un trofeo internazionale, tra queste c'è la Fiorentina. Vale la pena di partire dal fondo prima di parlare del resto perchè seppur attesa e piuttosto logica, la qualificazione andava comunque conquistata. Fatta la premessa e rinnovati i complimenti malgrado una fetta di tifosi che considera la Conference poco più di un'amichevole estiva, possiamo soffermarsi sul come. E sviscerando gli oltre 200 minuti di doppio confronto con il Viktoria Plzen, si possono con criterio fare delle considerazioni. Punto primo, la Fiorentina ha acquisito esperienza in questi due anni di Coppe che aiutano nel momento del bisogno a non smarrirsi o peggio impaurirsi. Punto secondo la Fiorentina in questo momento non sta benissimo. Inteso come condizione media dei propri singoli. Gonzalez è il miglior viola in rosa e nel momento del bisogno il colpo di classe arriva da lui: ma la prestazione di Nico continua a non essere da Nico. Arthur sta peggio. Viaggia due marce sotto gli altri, non verticalizza, non crea. E difficilmente riesce a stare in campo più di un'oretta. Bonaventura ha una caviglia in disordine e salta una gara su due, Belotti un quadricipite in fiamme ed una nuvoletta sopra la testa che gli impedisce di segnare. Insomma i top non sono al top e pur (giustamente) non ammettendolo, in queste condizioni si hanno pochi colpi da sparare e si deve decidere il quando. Quel quando sono le CoppePUNTANDO LA DEA Per questo la domenica di Salerno pur arrivando temporalmente prima, arriva eternamente dopo per importanza a quello che accadrà pochi giorni dopo. La Fiorentina mercoledì prossimo a Bergamo si gioca due trofei: vincendo o pareggiando infatti, i viola vanno in finale di Coppa Italia potendo parallelamente qualificarsi per la prossima Supercoppa in Arabia. Per questo pur dando il massimo per vincere (impresa non impossibile del resto) a Salerno, le scelte verranno mirate al poter mettere contro l'Atalanta la miglior formazione possibile. Possibile riposo contemporaneo per Bonaventura, Belotti e Gonzalez tanto per intendersi. Serve migliorare una classifica 'tristina' con la sensazione della picchiata divenuta certezza nelle ultime settimane. Guai però a sfinire fisicamente e mentalmente chi in Coppa Italia dovrà far la gara perfetta per eliminare una squadra capace di sbattere il Liverpool fuori dall'Europa. Più che scelte, questione di priorità.

La solita innocua Fiorentina, il campionato se ne va

Bivio Plzen: guai a fallire

Niente di nuovo sul fronte Viola. Anche contro il Genoa la Fiorentina 'giochicchia', controlla il pallone, attacca poco e male, si distrae dietro. E soprattutto, come accade praticamente sempre dal 2024 in campionato, non vince. Le statistiche non dicono tutto ma trattandosi di media punti nemmeno mentono. Undici punti in 14 partite, media inferiore al punto a gara tanto per rendere l'idea dell'andazzo viola negli ultimi tre mesi e mezzo. Un crollo difficile da spiegare con una sola motivazione, con tanto di scivolamento dal quarto al decimo posto in classifica. Con il Monza, undicesimo, ormai ad un passo. La Fiorentina si è avvitata su se stessa amplificando i difetti (soprattutto quelli cronici) e nascondendo alla grandissima i pregi che l'avevano issata dopo Natale in una posizione ultra valida per la prossima Champions League. E così restano poche gare ad avere potenzialmente un senso in questo finale di stagione. Sei per la precisione, ovvero le quattro in Conference unite alle due in Coppa Italia. Partite che la Fiorentina dovrà affrontare in modo semplice. Ovvero facendo l'opposto di quanto visto in campionato.SCELTE La squadra a prescindere dagli interpreti ha poco ritmo, bassa intensità ed una spaventosa difficoltà nel rendersi pericolosa. Martinez è solo l'ultimo dei portieri ad uscire dal campo con i guanti puliti e giovedì contro il Plzen servirà ben altro. Tatticamente la gara è di facile lettura: i cechi confermeranno i cinque difensori, due centrocampisti di rottura, appena tre giocatori deputati a poter attaccare in determinati momenti della partita. Serve sbloccare il risultato, cosa più facile a dirsi (o scriversi) che a farsi. Puntare l'uomo, creare superiorità, tirare da lontano e sfruttare i piazzati. Questo dirà Italiano ai suoi, niente di particolarmente diverso rispetto a quanto spiega prima di ogni partita sulla carta simile a questa. A lui il compito soprattutto di dare elettricità ai suoi: poi toccherà ai calciatori, perchè le responsabilità non possono essere sempre sulle spalle di altri. Serve la personalità di provare le giocate abbinata ad una qualità ovviamente superiore rispetto agli avversari. "Ho già detto a Belotti che deve segnare e portarci in Semifinale" ha tuonato Italiano ieri in conferenza stampa, togliendo possibili dubbi su chi giocherà centravanti. Dietro di lui Gonzalez, Beltran e Kouame. In pratica lo stesso quartetto incapace anche solo di tirare in Repubblica Ceca. La Fiorentina ha scelto le Coppe. È il momento di dimostrarlo.

A Plzen vincono gli sbadigli: Difesa ok, attacco inesistente

La Fiorentina orizzontale annoia, ma il sogno trofeo resta a portata di mano

Che barba che noia, che noia che barba. Basterebbe Sandra Mondaini a riassumere quanto visto ieri sera a Plzen. Un 72% di possesso palla viola praticamente tutto in orizzontale, un paio di conclusioni verso la porta, zero occasioni. La partita è tutta qui, ma le critiche sacrosante e giustificate ad un certo punto devono fermarsi davanti alla cronaca. Perchè detto della pochezza del gioco offensivo viola con i suoi interpreti lontanissimi dalla condizione psicofisica migliore, vale la pena ricordare che la qualificazione è ancora lì, basta prenderla. Con la Fiorentina che resta stra favorita ed un ritorno da giocare al Franchi nel quale una vittoria con qualsiasi punteggio porterebbe nuovamente la squadra in una Semifinale europea. L'autolesionismo dei processi con l'obiettivo ad un passo sarebbe controproducente, di mesi per analisi ed eventuali crocifissioni in sala mensa ne è piena l'estate. QUANTO VALE LA FIORENTINA?  L'analisi sulla partita deve essere fatta. E la partita racconta della solita cronica difficoltà viola a creare e di conseguenza segnare: unita alla crisi di svariati uomini d'attacco. E così Belotti ha quasi raggiunto i mille minuti senza un gol, Gonzalez non è mai ancora tornato dall'infortunio di dicembre, Sottil non si è sostanzialmente ancora presentato, Nzola quando entra fa rimpiangere Belotti che fa rimpiangere un altro che al mercato mio padre comprò. In una serata dove anche Beltran pare l'immagine del vorrei ma non posso con Arthur incapace di andare in verticale, la logica vuole quanto accaduto poi nei fatti. La Fiorentina non crea, non tira, non segna. Però c'è un però. Il Viktoria Plzen è alla settima consecutiva in casa in Europa senza prendere gol, l'effetto pubblico non c'è stato ed il divario tecnico fra le squadre resta enorme. Basterà una Fiorentina normale per passare il turno. Infine a chi dice che tutto è inutile perchè 'se giochi così con il Plzen quando affronti l'Aston Villa hai perso in partenza', vale la pena ricordare la bellezza del calcio. Dove ogni partita inizia 0-0 e racconta una storia diversa a volte incredibile. Altrimenti se i viola battono l'Atalanta che passeggia in casa del Liverpool, la Fiorentina di Italiano contro Klopp vincerebbe 5-0. Ne siete certi?

Fiorentina-Viktoria Plzen, ci siamo

Beltran ok, Sottil c'è, Bonaventura in dubbio

Ci siamo. La Fiorentina sta per tuffarsi nel quarto di finale di Conference, vero obiettivo di questo strano finale di stagione. Plzen è una piccola città completamente identificata in tre cose: la fabbrica della birra Pilsner, la Skoda, la squadra di calcio. Per questo gli uomini di Italiano giocheranno contro un'intera comunità, ma non saranno soli. Nelle strade, nei pub, nella piazza principale, le sciarpe viola stanno colorando questa parte della Repubblica Ceca (saranno più di 700,ndr), in attesa di buone nuove dal campo. Dove in orario aperitivo la Fiorentina cercherà di regalarsi una corsia preferenziale per arrivare alla portata principale. Vincere un trofeoFORMAZIONE Per farlo Italiano punterà sui migliori, frase piuttosto comune che dice poco o nulla sull'undici di partenza. Anche perchè alcuni di questi non sono al top tra condizione fisica e stanchezza mentale. Impossibile fare a meno dei due giocatori di maggior talento là davanti, Beltran e Gonzalez, che cercheranno di bucare una difesa parsa spesso impenetrabile in Coppa. Sulla sinistra Sottil avrà una grande occasione per dire 'ci sono anche io'. Non la prima, nemmeno la seconda. Diciamo l'ennesima, sperando sia quella buona. Il dubbio principale riguarda Bonaventura, parso esausto dopo la sfida con la Juve. Arthur e Maxime Lopez sono già in preallarme, tra poco sapranno e sapremo. Serve la Fiorentina di Coppa, relegando il primo tempo visto con la Juve alla storia. Non necessariamente quella da ricordare

La strada per Atene passa da Plzen

Fiorentina, in Coppa dentro i migliori

Le chiacchiere stanno a zero. Il fuoco della conferenza stampa pre Coppa si accende parzialmente quando Italiano ed i suoi devono destreggiarsi nel ruolo di favoriti. A prescindere dalla scaramanzia che vuole i protagonisti preferire il ruolo controvento, la logica vuole che la Fiorentina parta con l'obbligo di passare il turno. Lo dicono gli avversari, lo dice il valore della rosa: "Il ruolo di favoriti va dimostrato sul campo, le chiacchiere non contano" tuona il tecnico in missione. Perchè la Viola torna nel proprio miglior terreno di caccia, l'Europa, con l'obiettivo dichiarato di migliorare quanto fatto lo scorso anno. Rebus non impossibile da risolvere considerando la Finale raggiunta ma non vinta.MINI BOLGIA. I giornali di Plzen descrivono il match come 'pietra miliare' della storia del Viktoria, squadra capace di vincere coppe e campionati ma lontana dagli stessi standard in Europa. Koubek, esperto tecnico dei cechi, deve oltretutto arrangiarsi pescando a piene mani nella teorica panchina vista la quantità di assenze che si sono accumulate nelle ultime settimane tra infortuni e squalifiche. Guai però a pensarla in discesa: lo stadio è piccolo (circa 11mila presenze) ma tutto esaurito con i tifosi ad un passo dal terreno di gioco. Cento i gol segnati in stagione, pochissimi quelli subiti soprattutto in casa. Numeri che spiegano quanto l'attenzione debba comunque essere massima. Niente a che vedere, ad esempio, con quanto visto nel primo tempo con la Juventus. La Fiorentina faccia la Fiorentina. Solo così le chiacchiere resteranno a zero.

Juventus-Fiorentina di nome, ma non di fatto

Adesso la Fiorentina punta tutto sulle coppe

Ma quale Juvenus-Fiorentina. C’erano le maglie bianconere contro quelle viola, ma per tutto il resto non si è avuta la percezione di quella che fino ad un attimo fa veniva considerata la partita dell’anno. Vuoi per l’assenza dei tifosi della Fiorentina causa modalità di acquisto tagliandi (oltre al pezzo), vuoi per una sequela di gare a raffica con competizioni al momento più appetibili del campionato, allo Stadium si è visto qualcosa di molto più simile ad una normalissima gara di fine campionato: quelle, per intenderci, che non hanno nemmeno troppo da dire. Togliendo Ranieri, autore di una partita dentro la partita con Vlahovic da calcio ‘pre Var’, la Viola è parsa per tutto il primo tempo quasi sedata, incapace di regalare intensità e ritmo ad una sfida sulla carta chiave per poter sperare di rientrare in corsa per l’Europa tramite campionato. Evidentemente le energie profuse contro l’Atalanta mercoledì erano tutte quelle che la rosa può in questo momento regalare. Con la Conference in vista, la sfida alla Juve è parsa più un fastidioso ed insapore antipasto che portata principale. Detto dei protagonisti in campo, il contorno non è stato diverso. Dai tifosi ai media, si è parlato più di Gasperini e Plzen che di Juventus. Che sia un errore o il nuovo corso pallonaro si vedrà. Certo ieri più che mai ieri Juventus-Fiorentina è stata dal punto di vista emozionale una gara come tutte le altre. Forse peggio.AGGRAPPATI ALLE COPPE Considerati i  primi cinquanta minuti anonimi ed apatici, tutto il resto è passato in secondo piano. Dalle scelte di formazione agli errori individuali passando per la carestia da gol che continua ad avvolgere come un maleficio tutti quelli che a ruota vengono chiamati attaccanti. Giusto dire che per quasi tutto il secondo tempo è esistita una sola squadra, la Fiorentina. Con la Juventus rintanata negli ultimi venti metri come una delle peggiori realtà del calcio di categoria inferiore. Ma la Viola è sempre più simile al cliente abituale del bar dell’angolo che nemmeno ordina ma chiede ‘il solito’. La solita partita a due facce,  il solito risultato in trasferta, il solito problema del gol, il solito difettuccio dietro e cosi via. “La Fiorentina è questa” dice sempre più spesso Italiano, ed ha ragione. Motivo per il quale in estate molti si aspettano un salto in avanti a livello di rosa. Restando al presente ‘archiviare e ripartire’ come dice il tecnico dopo ogni sfida. Testa al Viktoria per sfruttare il corridoio che salvo disastri potrebbe riportare la squadra in una finale europea. Sarebbe un gran traguardo. Dando un senso persino ad uno Juventus-Fiorentina che tutto pare tranne uno Juventus-Fiorentina. Alla faccia dei romantici.

Grandissima Viola ma qualificazione alla pari. Il Gallo quando canta?

Mai un attaccante con la sua media gol (1 rete in 11 partite) è stato così osannato come il Gallo

Esultano tutti. Paradosso facilmente spiegabile per un risultato che non rispecchia fedelmente quanto visto in campo. Troppo stretto il gol di vantaggio per quanto fatto vedere dai viola con un Italiano comunque raggiante per la prestazione. Mai nelle ultime sfide il divario era stato così netto in campo. Anche quando la Fiorentina ha vinto, ed è successo spesso con Italiano realmente capace di squassare in qualche modo l’impianto di gioco del Gasp, si è sempre viaggiati sul filo dell’equilibrio. Dalla vittoria per 3 a 2 in extremis proprio in Coppa Italia (gol di Milenkovic) passando per la gara di andata in campionato (decisivo Kouame), il risultato poteva anche essere diverso. Stavolta invece i nerazzurri ci hanno capito poco o niente sovrastati dall’intensità viola, quasi azzannati ogni volta che Scamacca e compagni provavano a cambiare il destino della sfida. Logico quindi il buonumore di Italiano, altrettanto capibile l’aria dello scampato pericolo che si registrava in casa atalantina. Chi ha incrociato Gasperini a fine match racconta infatti di un sospiro di sollievo lanciato dal tecnico a chi gli chiedeva conto del match. Una sorta di ‘l’abbiamo sfangata’ visto che poteva davvero finire peggio. Limitare i danni nelle giornate no è un segno, pensano a Bergamo, di grande squadra.RITORNO E ora? Intanto se ne riparla a fine mese con due competizioni (campionato ed Europa) che mettono in disparte la Coppa Italia. Sapendo che a Bergamo sarà un altro film. “La musica in casa nostra sarà diversa, conosco la mia squadra, ci divertiremo” ha detto Gritti in sala stampa, l’uomo fidato del Gasp che ieri lo ha sostituito in panchina. Pare una minaccia, in realtà è un monito. “Conosco Gritti da tempo, so che ci aspetterà un’autentica battaglia” ha sibilato Italiano quasi sorpreso dalle parole dell’amico-collega. La Fiorentina ha due risultati utili su tre e proverà ad avvantaggiarsene, ma l’impressione è che il secondo gol mangiato a più riprese lasci totalmente alla pari la bilancia della qualificazione. Restando a ieri però, la Fiorentina si tiene molte buone notizie. La capacità di non fallire l’appuntamento decisivo, la forma di Bonaventura ringiovanito nel nuovo ruolo di regista-incursore, la straordinaria tensione positiva messa in ogni dettaglio di Ranieri. Ed ancora non aver subito gol è importante come trovare le reti dei centrocampisti. Mandragora ad esempio è a quota 5 stagionali. Bene anche Terracciano, Beltran e Kouame almeno dal punto di vista fisico (“si ricordasse che far gol non è vietato sarebbe meglio” ha ridacchiato in merito Italiano. E poi c’è il capitolo Belotti. Mai un attaccante con la sua media gol (1 rete in 11 partite) è stato così osannato come il Gallo. Sarà un bene?

Italiano ha scelto: l’Europa passa dalla Coppa

Per arrivare in Europa l'anno prossimo la strada intrapresa è quella della vittoria di una Coppa

Italiano ha scelto. Per arrivare in Europa l'anno prossimo la strada intrapresa è quella della vittoria di una Coppa. Lo si era già intuito da alcune dichiarazioni nelle ultime settimane, la formazione mandata in campo ieri contro il Milan ha spazzato via ogni dubbio. Certo, nessuno va in campo per perdere e la sconfitta contro il Milan brucia parecchio. Ma il bene supremo, ovvero l'andata delle Semifinali di Coppa Italia mercoledì contro l'Atalanta, andava salvaguardato.Serve recuperare giocatori mettendo minuti nelle gambe di Dodo e Kouame assenti da un'eternità? Lo si fa, a costo di esporre il brasiliano ad una figuraccia (poi arrivata) contro Leao. Arthur non è in grado di giocare due partite in pochi giorni al massimo? Panchina per il brasiliano. Esattamente come Gonzalez, lontanissimo dalla brillantezza migliore e 'risparmiato' in vista dei nerazzurri. E così la Fiorentina nuovamente senza i propri tre tenori (Bonaventura, Arthur e Gonzalez) contro un Milan lanciatissimo, ha creato sì: ma anche concesso caterve di palle gol dando l'impressione di un divario tecnico enorme che in stagione contro altre big non si era visto. Il risultato ne è stato una logica conseguenza. E la classifica a dispetto di una partita (durissima) da recuperare non mente. Con i Viola scivolati in questo orribile 2024 dal quarto al decimo posto. Crollo impossibile da immaginare malgrado le delusioni di un mercato che ha regalato pochissimi sorrisi.ALL IN. C'è tanto dietro alla consapevolezza del ragionamento. L'allenatore pagherebbe oro di tasca sua per regalare un trofeo a Firenze, trofeo che manca da oltre 20 anni (ormai ci avviciniamo ai 25). Vedendo esultare un popolo che, salvo alcuni scivoloni dietro la panchina o soprattutto via social, gli è sempre stato vicino. E con recenti ulteriori motivazioni cariche di emozioni. Dedicare una Coppa contemporaneamente a Commisso, presidente che lo ha coccolato e protetto come un padre, ed al direttore Joe Barone: la cui scomparsa ha sconvolto un presente squarciato dal dolore. Un mix che mantiene concentrato il tecnico al 110% sulla Fiorentina e sul lavoro da fare. Perchè l'ultimo degli elementi da tenere in considerazione per spiegare quanto Italiano tenga a regalare un sogno a Firenze è di carattere strettamente personale. Andarsene chiudendo un cerchio con le finali mancate lo scorso anno alzando stavolta un qualcosa di importante, lo inserirebbe di diritto nella storia del club. L'addio più dolce che sportivamente si possa immaginare.E così il meno è fatto. Scegliere. Ora tocca al resto. Togliere polvere dalla bacheca viola festeggiando una Coppa con chi gli ha voluto (e gliene vorrà) davvero bene. Darà tutto, anche oltre, e non mollerà di un centimetro Vincenzo Italiano. Speriamo basti.

Fiorentina, ancora tre fronti aperti: sembra scontato, ma non lo è

L’analisi sul momento della Fiorentina

Una delle 8 palline che oggi rotoleranno nell’urna di Nyon avrà all’interno un foglietto con scritto Acf Fiorentina. Questo contava e la missione è stata compiuta. Lecito, persino giusto, ragionare sul come si è arrivati ai Quarti: ma ogni analisi deve partire dal risultato che è stato raggiunto. Per questo molti nasi storti di alcuni buongustai del pallone sono forse eccessivi considerato che la Fiorentina è nelle migliori otto della Conference ed, insieme all’Atalanta, l’unica squadra in Italia con ancora tre fronti aperti. Sembra scontato, non lo è. BUONE NUOVE Sulla teorica bilancia del giusto o sbagliato stavolta i pesi vengono messi a bicchieri. Quello mezzo pieno vede oltre al passaggio del turno, la conferma di un Barak diverso formato europeo. Certamente migliore, capace di segnare e rendersi pericoloso nel cuore della difesa del Maccabi. Tra le note liete il ritorno di Dodo dopo l’intervento al crociato anteriore. La forma migliore è un’altra cosa, ma vedere il brasiliano sgassare con il sorriso stampato sulla fascia fa bene al cuore. Anche i 90 minuti di Nico rappresentano un fattore positivo con i fastidi accusati con la Roma ormai alle spalle.VECCHIE BEGHE Sul gioco, soprattutto dal punto di vista dell’intensità invece, si può e si deve chiedere di più. Ma non sempre è possibile giocare ai ritmi vorticosi visti con Lazio e Roma. La parte realmente vuota del bicchiere invece, resta la gestione del finale di gara che sfocia nell’innata facilità nel complicarsi le cose. La partita è stata riaperta quando nemmeno il Maccabi ci credeva più, ansioso soltanto di fare la doccia e tornare a casa. Una concatenazione di errori con Ranieri e Terracciano su tutti, ha portato sette minuti di ansia non previsti e nemmeno motivati. Su questo serve uno scatto in avanti per poter dire tra un mese abbondante che la Fiorentina sarà rimasta davvero l’unica con tre competizioni aperte.

Fiorentina bella, non grande

Occasioni da rete sprecate in quantità industriale

È sempre una questione di occasioni. Lo scorso anno la Fiorentina era universalmente la squadra delle 'occasioni sbagliate'. Con la formazione di Italiano a creare e gli attaccanti abili a distruggere davanti alla porta. Occasioni da rete sprecate in quantità industriale che hanno segnato l'andamento viola. Quest'anno il cammino in campionato della Fiorentina è chiaramente piagato dalle 'occasioni perse'. Impossibile contare i punti gettati a mare per le motivazioni più disparate: disattenzioni varie, clamorosi errori dei singoli, rigori sbagliati, gol presi in modo allegro, finali di partita mal gestiti. A guardarla bene, molti di questi aspetti si sono visti negli ultimi 10 minuti della sfida, chiave, contro la Roma ieri al Franchi.ITALIANO > DE ROSSI E così la Fiorentina si butta via dopo una partita bella, intensa, qualitativamente impreziosita dalla forma ritrovata di alcuni big. Perchè parlandosi chiaramente, la Roma delle otto vittorie nelle ultime 10 ha festeggiato un pareggio a Firenze quasi come la vittoria di un trofeo. I giallorossi hanno toppato approccio, si sono persi in una tattica non loro (ritorno alla difesa a 3 mal digerita anche con Mourinho), venendo asfissiati dalla pressione viola. Una Fiorentina da Premier League il cui unico limite è stato non chiudere il match. Più equilibrio nella ripresa con la Roma più credibile capace di conquistare campo. Un gol per parte (Aouar e Mandragora), tanto possesso palla giallorosso parso inutile (67% contro il 33% viola) e dieci minuti di ordinaria follia. Conditi dal quarto rigorista a toppare dagli undici metri per uno score poco invidiabile di 5 errori su 6 dal dischetto negli ultimi 2 mesi. VIOLA BELLA, NON GRANDE Cosa c'è di peggio di tutti questi errori al momento di calciare un rigore? La gestione del finale di gara. Perchè la Fiorentina ha rimesso dentro la partita una Roma che non ci credeva più. E lo ha fatto nel modo peggiore con letture sbagliate nel momento di congelare il pallone, vecchio difetto mai domato. L'immagine emblematica porta al minuti numero 93.17 quando Duncan in possesso di palla con cinque compagni vicini pronti a palleggiare fino al termine, ha sparacchiato lontano per Nzola. Ripartenza, corner, respinta marcature perse e pareggio. Nel silenzio irreale del Franchi. Due punti persi che sembrano dieci e la sensazione fastidiosa che ronza nella testa di chi tifa per la Viola. Questa squadra è spesso bella. Ma questa non è ancora grande.

Adesso arrivano le big

Cambiare marcia unica via

La Fiorentina viaggia in seconda marcia. Certo non è l'andatura vista a Lecce o quella dei primi 45 minuti con il Sassuolo, partite paragonabili direttamente alla retro. Ma la velocità è lontana dall'essere quella giusta. Anche contro l'Empoli la squadra è sembrata la copia sbiadita della Viola frizzante ammirata nella primissima parte di stagione: decisamente diversa anche da quella equilibrata e cinica di dicembre. Un agglomerato di 'Vorrei ma non posso' che sta spazientendo anche i ragazzi della Curva, straordinari nel sostenere la squadra per tutta la gara salvo poi esprimere il proprio malumore\ dopo il fischio finale. La buona notizia è che la stagione resta ancora tutta lì, basta prendersela. Con la classifica che lascia aperti scenari europei e le Coppe giunte al momento in cui si osservano i sorteggi con la voglia di andare fino in fondo. Però non può essere questa Fiorentina a ribaltare il tutto addentando partite e risultati. Serve altro. E malgrado un mercato che ha lasciato l'amaro in bocca per il mancato arrivo dell'attaccante esterno, il crollo sintetizzabile con 5 punti nelle ultime 7 è inspiegabile.  Partite in cui la carta (che non gioca) parlava di una Viola sempre favorita e doverosa di incamerare punti. Adesso il calendario dice in serie Lazio, Torino, Roma, Atalanta, Milan, ancora Atalanta e Juve: a leggerle in fila tipo filastrocca c'è da rabbrividire. Da qualche parte però i punti vanno ripresi se ancora si cerca un posto al sole. Serve scalare marcia, la seconda non basta e la terza nemmeno. Se ha ragione Italiano "Dobbiamo esser felici, i giocatori più importanti stanno tornando, l'obiettivo resta migliorare il settimo posto" per le big d'Italia sarà un brutto periodo considerato che la Fiorentina le incontrerà in serie praticamente tutte nelle prossime settimane. Ma la giravolta di prestazioni deve essere immediata. E brusca.

B2 o B3? Italiano riflette

No a Nzola sulla fascia

Sicuramente B2, forse B3. Nella Fiorentina che proverà a trovare i primi 3 punti del 2024 contro il Frosinone, parte dell'attacco sembra già deciso: Belotti e Beltran. Con il primo ansioso di iniziare a tutti gli effetti l'avventura in viola dopo i 45 minuti (ed una traversa) di Lecce un soffio dopo il suo arrivo: e l'argentino tutto sommato rinvigorito dalle 5 reti nelle ultime 8 partite giocate, a dispetto dei risultati di squadra tutt'altro che invidiabili. Nel 4-2-3-1 ballano altre due maglie offensive e, per fortuna, rispetto a Lecce le opzioni aumentano. Con Nico Gonzalez che pare pronto a tornare titolare due mesi dopo l'infortunio in Ungheria (14 dicembre ,ndr) e Ikone 'ripulito' dalla squalifica. Sottil sta progressivamente aumentando la condizione (dura far peggio di Lecce) mentre per ritrovare Kouame servirà la fine della Coppa d'Africa con la sua Costa d'Avorio approdata in finale. E Bonaventura? Già Bonaventura. Eccola la terza B. Jack è in ballottaggio, stritolato tra la voglia di tornare protagonista e le ansie sul futuro. Con la questione contratto sempre aperta. Ovvero al momento chiusa. Per la Fiorentina infatti il rinnovo automatico avverrà alle condizioni (due terzi delle presenze circa) pattuite. Idea diametralmente opposta al giocatore-pensiero, che sperava di aver meritato un rinnovo a prescindere dopo l'ottimo girone d'andata. B2 quindi, o B3 con anche Jack in campo. L'importante è che non sia B-Zona come spiegava Lino Banfi ne "L'allenatore nel Pallone". E nemmeno B-Nzola. Ovvero uno Nzola bis schierato sulla fascia. Per usare un eufemismo, l'idea non ha funzionato.

Partita doppia

Vincere sul mercato per tornare a vincere in campo

Partita doppia. Campo e mercato si intrecciano inevitabilmente in questo gennaio fatto di pochi punti, poche gioie e pochissimi gol segnati. Nelle cinque partite del mese che per fortuna sta per chiudersi, i viola hanno trovato la via del gol solo in quella contro l'Udinese. Gara peraltro appena pareggiata nel finale. Un'emorragia di punti figlia di molti fattori, non ultimo tre rigori decisivi toppati malamente da altrettanti interpreti diversi che potevano consegnare punti e morale. Infortuni e malanni dei migliori giocatori della squadra, vedi Gonzalez, Arthur e Bonaventura, hanno messo in crisi un sistema di gioco collaudato in grado di portare la Fiorentina al quarto posto in classifica alla fine del girone d'andata, posizione oggettivamente superiore al reale valore della rosa. Per il resto poco da fare. Il mancato arrivo di forze fresche davanti in grado di dare freschezza, entusiasmo e soprattutto gol, ha inciso nel gennaio nero della Viola. Guai però a lasciarsi andare al solo pessimismo perchè ci sono almeno tre ragioni per guardare al domani con speranze inalterate. A Lecce si gioca a febbraio, nuovo mese nuove speranze. La Fiorentina è pienamente ancora dentro a tre competizioni. E soprattutto il mercato non è chiuso, ci sono ancora alcuni giorni per riuscire ad esaudire i desideri del tecnico che dopo la sconfitta di Sassuolo sibilò. "Nel reparto degli attaccanti esterni ci manca qualcosa, lo sappiamo, per questo agiremo lì". Partita doppia. Vincere sul mercato per tornare a vincere in campo.

Fiorentina, cresce l’attesa per la Supercoppa

Ancora dubbi di formazione

Riyad (dal nostro inviato Giovanni Sardelli) - Non si sbilancia Vincenzo Italiano, non regala vantaggi a Mazzarri. Il dubbio principale riguarda il centravanti: Beltran o Nzola, mentre in porta dovrebbe essere confermato Terracciano.Didascalia della foto: L’impianto dove domani sera giocherà la Fiorentina